La bambina affetta da sindrome di Down viene esclusa dalla scuola che frequenta da sei anni perché “impacciata nei movimenti”.
Accade a Foggia dove una famiglia ha dovuto scontrarsi con una società ancora troppo poco competente nell’ambito. La loro figlia 12enne, affetta dalla sindrome di Down, è tornata a pieno regime nella sua scuola di danza lo scorso anno, ma al suo rientro ecco la spiacevole sorpresa.
L’espulsione della 12enne
A causa della pandemia, i primi anni sono trascorsi con una frequentazione “a singhiozzo” della scuola di danza. Poi, lo scorso anno la bambina è potuta tornare tra le sue compagne, o almeno così credeva: “È stata tolta dal gruppo delle sue amiche e inserita in quello delle ballerine molto più piccole di lei. La sua integrazione è stata difficile. Lei non l’ha presa bene. Abbiamo ingoiato il rospo e lasciato che continuasse a frequentare i corsi, sperando che la situazione si stabilizzasse”, hanno spiegato i genitori.
Solo dopo una conversazione tra genitori, la mamma e il papà della 12enne hanno scoperto che la loro figlia era stata esclusa dal saggio finale. “Ci hanno detto che non riusciva a seguire, ad andare a tempo e che avrebbe delle difficoltà motorie e relazionali”, ha detto la coppia.
“Non c’è una vera inclusione”
Così la famiglia racconta la sua storia a Foggiatoday, dichiarando di aver denunciato il fatto anche al ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli. La coppia ha deciso di ritirare dalla scuola di danza la bimba, che alle svariate domande su un possibile suo ritorno la madre le dice che “la scuola è stata chiusa”.
“Su di lei potevano lavorare meglio, proprio perché ha una grandissima passione e tiene tanto alla danza. Peraltro stiamo parlando di un saggio per bambine di terza elementare”, ha sottolineato la madre. Poi conclude: “Qui non c’è una vera inclusione, non ci sono competenze, avere in famiglia una persona con disabilità vuol dire trovare spesso la porta chiusa. C’è tanta strada da fare. Voglio che queste cose non succedano più”.