Il 21 settembre 1990 la Stidda di Agrigento assassina il magistrato Rosario Livatino. Aveva appena 37 anni. E’ venerato come beato della Chiesa cattolica.
Era il 21 settembre 1990 quando Rosario Livatino veniva ucciso dalla Stidda, la mafia operante nelle province di Agrigento, Caltanissetta e Ragusa, opposta a Cosa Nostra.
Chi era Rosario Livatino
Nato a Canicattì il 3 ottobre 1952, si laureò in Giurisprudenza a Palermo. Vincitore del concorso in magistratura, nel 1978 venne assegnato presso il tribunale ordinario di Caltanissetta. Nel 1979 diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di giudice a latere.
Come Sostituto Procuratore della Repubblica si occupò fin dagli anni ottanta di indagare non soltanto su fatti di criminalità mafiosa ma anche di tangenti e corruzione. L’attività del magistrato lo rese inviso non solo ai mafiosi ma anche a imprenditori e politici locali.
21 settembre 1990
Il 21 settembre 1990 le cosche decisero di eliminarlo. Livatino stava percorrendo, senza scorta, la SS 640 Caltanissetta-Agrigento a bordo della sua vettura una vecchia Ford Fiesta color amaranto. All’altezza del viadotto Gasena, l’auto dei killer entrò in azione, sperando quella del magistrato. Tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi limitrofi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola.
Dopo un lungo processo è stato beatificato dalla Chiesa cattolica.