Il 4 agosto 2020, alle 18.08, una violentissima esplosione nel porto di Beirut devastava la capitale del Libano. Duecentosette morti e migliaia di feriti.
Erano le 18 passate da qualche minuto quando Beirut veniva destata e sconvolta da una terribile esplosione. Il 4 agosto 2020 un incendio in un magazzino del porto scatenò la detonazione di quasi tremila tonnellate di nitrato d’ammonio.
Beirut, 4 agosto 2020
Poco dopo le 18, dunque, i vigili del fuoco furono allertati e inviati nel porto per spegnere un incendio. Una prima, più piccola, esplosione causò una nuvola di fumo sopra i fuochi creando lampi di luce che assomigliavano a fuochi d’artificio. La seconda esplosione fu molto più grande: scosse il centro di Beirut e produsse una nuvola rosso-arancione nel cielo.
La deflagrazione fu talmente violenta che fu percepita fino a Cipro, a 240 chilometri di distanza. Inoltre, i sismografi registrarono una magnitudo di 3.3!
Nel porto c’erano vari magazzini che contenevano esplosivi e sostanze chimiche tra cui nitrati, componenti comuni di fertilizzanti ed esplosivi. Il direttore generale della pubblica sicurezza ha dichiarato che l’esplosione è stata causata dal nitrato di ammonio che era stato confiscato alla nave abbandonata Rhosus.
Vittime e danni
Il bilancio fin da subito apparve gravissimo. Per due settimane il governo libanese decretò lo stato d’emergenza. Alla fine, si contarono 207 morti e circa 7 mila feriti. Trecentomila persone sono rimaste senza casa, ossia i 2/3 della popolazione residente. I danni sono stati stimati in oltre 10 miliardi di dollari.