La decisione del Tar sui verbali ‘segretati’ del Cts: accolto il ricorso dei giuristi della Fondazione Einaudi.
ROMA – Prima sconfitta per il Governo Conte in Tribunale. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai giuristi della Fondazione Einaudi che contestavano l’impossibilità a vedere i verbali del Cts che hanno portato poi il premier Conte a firmare i Dpcm.
Gli studiosi sin da subito avevano chiesto una copia, ma da parte del Governo non c’è mai stata l’apertura a condividere questi atti considerati da Palazzo Chigi normativi. Il Tribunale amministrativo, però, ha ribadito la possibilità da parte dei giuristi di vedere i testi perché hanno valore di semplici atti amministrativi.
Il braccio di ferro con Palazzo Chigi
Il braccio di ferro con Palazzo Chigi è iniziato sin da subito con gli avvocati della Fondazione che ribadivano la necessità di consultare questi atti alla base delle misure restrittive di diritti e libertà di rango costituzionale, imposte agli italiani.
Verbali che la Presidenza del Consiglio ha preferito non pubblicare provocando la protesta non solo di opposizioni e giuristi, ma anche di giornalisti. Una posizione che ora deve cambiare visto che il Tar ha dato il proprio via libera alla consultazione da parte dei giuristi.
Passo indietro del Governo?
La sentenza del Tar potrebbe portare il Governo a comportarsi in maniera diversa nella gestione di questa emergenza. I dubbi sulla costituzionalità del lockdown e della proroga dello stato di emergenza ci sono sempre stati.
Documenti che potrebbero chiarire anche sulla questione della mancata istituzione della zona rossa di Alzano e Nembro. Una sentenza che rischia di aprire una nuova pagina della pandemia con il Governo Conte che presto potrebbe rendere noti i verbali del Comitato tecnico-scientifico. In attesa di conoscere tutti gli atti, la sentenza del Tar è la prima sconfitta per la maggioranza in Tribunale.