Variante inglese: la distanza di 1 metro e mezzo potrebbe non bastare
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Direttore: Alessandro Plateroti

Covid, contro la variante inglese la distanza di un metro e mezzo potrebbe non bastare

Saluto con il gomito Coronavirus

L’allarme degli esperti: contro la variante inglese del Covid la distanza di un metro e mezzo potrebbe non essere sufficiente.

Contro la variante inglese del Covid la distanza di un metro e mezzo tra le persone potrebbe non bastare. È questo l’allarme che arriva da alcuni esperti e che si basa sull’elevata capacità e rapidità di diffusione della variante in questione.

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Covid, contro la variante inglese la distanza di un metro e mezzo potrebbe non bastare

Secondo Massimo Galli, uno dei volti noti dell’emergenza coronavirus, la distanza di un metro e mezzo tra le persone, la distanza di sicurezza obbligatoria, potrebbe non bastare per limitare la diffusione del virus. Questo perché la variante inglese del Covid, che potrebbe presto diventare la forma dominante, ha un’elevata capacità di diffusione, ha ricordato Galli ai microfoni di Agorà, su RAI TRE.

L’idea di fondo è che la nuova forma del nuovo coronavirus potrebbe mantenere un’elevata capacità infettiva anche a distanza di un metro e mezzo. Si tratta della distanza di sicurezza tra le persone che tutti dovremmo mantenere e che troppo spesso non osserviamo. E gli assembramenti del fine settimana sono solo la testimonianza più clamorosa delle violazioni delle norme anti-assembramento.

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Cosa sappiamo sulla variante che potrebbe diventare dominante in Italia

Le informazioni sulla variante inglese del Covid ormai sono consistenti. Non ci sono dubbi sul fatto che sia una forma più contagiosa e sembra colpire con maggiore facilità anche i bambini, i giovani e i giovanissimi.

Al momento le evidenze scientifiche suggeriscono che la variante in questione non è più letale. Non ha una maggiore capacità di uccidere. L’aumento delle vittime potrebbe essere semplicemente legato al maggior numero di persone contagiate.

La variante inglese del Covid nei bambini

I dati mostrano un aumento dei casi tra i bambini e in generale tra gli Under 20. Generalmente i soggetti che contraggono il virus non sviluppano un forma grave della malattia ma restano asintomatici o paucisintomatici. Il problema quindi sembra legato al fatto che dai giovani il virus possa tornare a minacciare i soggetti fragili, che invece generalmente sono costretti al ricovero in ospedale. Per evitare una nuova ondata di contagi e di decessi c’è bisogno di accelerare le vaccinazioni, così da tutelare i soggetti a rischio.

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ultimo aggiornamento: 2 Marzo 2021 9:16

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