Polemiche sull’Inps per il caso di Matteo Vanzan, militare morto a Nassiriya nel 2004: l’istituto nega la liquidazione alla famiglia perché il giovane era volontario.
Sta facendo discutere il caso di Matteo Vanzan, militare italiano morto soli 22 anni nel 2004 a Nassiriya: il ragazzo è stato riconosciuto come una vittima del terrorismo ma l’Inps ha negato alla famiglia la liquidazione, il Trattamento di fine servizio. Secondo l’Istituto, i familiari non hanno diritto alla liquidazione in quanto il giovane partì come volontario in ferma breve.
Chi era Matteo Vanzan
Dopo la tragica scomparsa, il 22enne fu promosso a caporal maggiore e ricevette diversi encomi. Nell’aprile del 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la Croce d’onore alla memoria. Un riconoscimento prestigioso per un ragazzo morto mentre serviva il suo Paese.
Morto a Nassiriya a 22 anni, l’Insp nega la liquidazione alla famiglia del militare: era volontario
Ma a 17 anni di distanza non c’è il lieto fine: l’Inps infatti non ha riconosciuto alla famiglia del giovane il pagamento del Tfr, che per l’esercito è il Trattamento di fine servizio, in quanto all’epoca del decesso il ragazzo era un volontario in ferma breve, quindi non esisterebbe un rapporto di impiego. E per questo motivo non ci sono le condizioni per il pagamento del Tfs.
La famiglia del giovane presenta ricorso contro la decisione dell’Inps
La famiglia di Matteo Vanzan ha deciso di rivolgersi al Tribunale contro la decisione dell’Inps chiedendo il pagamento della liquidazione e facendo riferimento alla legge emanata nell’anno della morte del ragazzo. In base a quanto riferito dalla stampa locale, il ricorso potrebbe essere respinto per motivi di giurisdizione. Ma ora che il caso è diventato di portata nazionale, la sensazione è che la battaglia andrà avanti.