A Torino il Gruppo Abele invita tutti in piazza sabato per manifestare senza né bandiere né cori
Una decisione diversa quella presa dal Gruppo Abele che invitata tutti sabato 9 aprile mattina alle 11 in piazza Carignano a Torino o a seguire la diretta sulla pagina di Thesocialpost su fb. Il gruppo ha scelto il silenzio per manifestare per la pace. Quindi nessuna bandiera né slogan né cori. Solo un indumento bianco. Una manifestazione pacifica e silenziosa.
In una società molto caotica che parla tanto e a volte anche troppo, il silenzio può fare molto rumore. Un silenzio che rompe con le urla delle varie fazioni e del caos mediatico e quelle della stessa guerra. Il gruppo Abele sceglie il silenzio come protagonista per un’ora. La Onlus di Torino fondata da don Luigi Ciotti ha come missione sostenere chi affronta un momento difficile. Questa volta ha scelto di sostenere le persone che stanno soffrendo con un silenzio attivo.
Il silenzio come rottura con il caos mediatico
In questo momento il silenzio può portare ad una maggior consapevolezza di ciò che sta accadendo. Il vice presidente del Gruppo Abele Fabio Cantelli Anibaldi parla a TheSocialPost criticando le persone che giudicano anche davanti ad atrocità simili. “È inutile fare appelli se destinati a coscienze sorde, incapaci di dubitare o ascoltare davvero.” Queste persone continuano a puntare il dito senza prendere posizione attiva di fronte ai mali del mondo. “Una coscienza che a furia di giudicare vorrebbe lavare le proprie ombre è l’esatto contrario di una coscienza viva, che di fronte al male o all’ingiustizia si preoccupa di fare qualcosa, non di distribuire condanne e assoluzioni. È alle coscienze vive e a quelle che vogliono tornare a esserlo che si rivolge l’implorazione muta di sabato”.
Non esiste solo bene o male per Cantelli e dobbiamo liberarci da questa logica binaria di giusto e sbagliato senza prestare attenzione a quello che ci arriva dalla comunicazione pubblica. “Per farsi sentire in una società rumorosa bisogna rompere le logiche pubbliche di comunicazione – basate tutte su una logica binaria: ‘bene’ o ‘male’, vero o falso, giusto o sbagliato eccetera – nella speranza che questo generi in alcuni curiosità, attenzione e ascolto.” Poi conclude: “Il tal senso mi auguro che silenzio possa rappresentare un primo momento di rottura, l’inizio di un cammino verso un’altra civiltà del dialogo e dell’ascolto, cioè della comprensione, della relazione e della conoscenza”.