Giornata fatale per un jumper americano, durante un lancio in Trentino. Il paracadute non si apre. Tra le cause, un errore di traiettoria.
Se il paracadute non si apre, sei spacciato. Se il coordinamento della traiettoria, poi, risulta errato, le possibilità di sopravvivenza sono pari a zero. E’ quanto successo oggi, ad un base jumper di orgini americane, lanciatosi da Cima in direzione Coste di Dro, angolo di mondo paradisiaco, nel cuore del Trentino.
L’uomo aveva eseguito il lancio, in seconda posizione, poichè facente parte di un gruppo composto da altri cinque amici jumper. Lo sfortunato jumper, non è mai atterrato sul campo sportivo di Oltra, così come programmato.
Gli amici, allarmati, hanno avvisato immediatamente il Numero Unico dedicato alle chiamate d’Emergenza. I soccorsi sono arrivati intorno alle 7.14.
L’intervento di una prima figura tecnica, ha tentato di mettere insieme i pezzi, cercando di recuperare dai compagni, più informazioni possibili, in merito alla dinamica dell’evento.
Il ritrovamento del corpo
L’ipotesi che l’uomo fosse atterrato in un’area remota e priva di campo telefonico, è stata subito esclusa, sia dal tecnico che dagli altri jumpers. Questi avrebbe infatti confermato, che subito dopo il lancio, la vela dell’amico non si sarebbe aperta. A causare l’incidente inoltre, avrebbe potuto contribuire un’impostazione errata, circa la traiettoria da dover seguire.
Il Coordinatore dell’Area operativa Trentino meridionale, coadiuvato dal Tecnico di Centrale Operativa del Soccorso Alpino e Speleologico, hanno richiesto la presenza di un elicottero. Le ricerche sul territorio, hanno inoltre implicato l’invio di cinque tecnici del soccorso alpino, pertinenti a Riva del Garda.
Il jumper è stato finalmente identificato. L’intervento immediato del medico ne ha valutato le condizioni, ma per l’uomo, purtroppo, non vi era più alcuna speranza. Il nulla osta firmato dai Carabinieri di Dro, ha permesso il trasferimento del corpo del jumper. La salma è stata consegnata alle forze dell’ordine.