C’è un’altra forza che esce soddisfatta da questa tornata elettorale ed è Azione di Calenda.
I due partiti vincitori di queste amministrative sono il Pd di Letta e FdI di Meloni. Su questi numeri non si discute. Un quadro che tiene fede ai sondaggi e alle preferenze degli elettori. Il crollo di Lega e 5 stelle è evidente. A prendere voti alternativi a destra e sinistra non sono più grillini però c’è un’altra forza che spinge gli elettori a votare che è Azione di Calenda che sogna un’area riformista di centro a sostegno del governo Draghi.
In un’intervista al Corriere della Sera Carlo Calenda si dice soddisfatto del risultato: “Abbiamo un’affermazione che v dal 10% al 25% s si considerano L’Aquila, Palermo, Catanzaro, Parma e i quattro capoluoghi di provincia in cui noi abbiamo fatto la scelta molto radicale di andare da soli” ha detto il leader di Azione. Per il candidato romano “c’è un’area che rifiuta queste grandi coalizioni dove c’è tutto e il contrario di tutto” e questo è il motivo per cui la gente è spinta ad astenersi dal votare.
Il centro riformista riporta la gente stanca delle coalizioni a votare
Calenda è convinto che le due coalizioni non riescano più a portare la gente a votare mentre quest’area di centro porta a votare chi altrimenti si sarebbe astenuto. “Mi pare di poter dire che questo spazio politico si sta allargando a fronte di una situazione che vede invece la liquefazione del campo largo. Quello di quest’area riformista, pragmatica, che non sta tutto il giorno a parlare di fascisti e comunisti è un lavoro importante anche per il Paese perchè riporta la gente a votare.”
Il leader di Azione spera in un canale di comunicazione con il Pd ma non crede che i dem cambieranno idea sulla coalizione dopo questo fallimento dei grillini. Purtroppo “è una saldatura irreversibile e io credo che alla fine porterà il Pd ad avere un problema molto significativo in termini di consenso” dice Calenda. Intanto invita Renzi a discutere insieme di un’area Draghi e a parlarne meno. Il leader di Iv invece sul fronte Pd si mostra più ottimismo e decreta che questa sia la fine del grillismo.