Il presidente Mattarella parla nel 42esimo anniversario dalla strage della stazione di Bologna.
La commemorazione istituzionale inizia con l’incontro delle famiglie delle 85 vittime della strage provocata da un ordigno nel 2 agosto 1980 alla stazione centrale di Bologna. Il presidente dell’Emilia-Romagna ha dichiarato che Bologna pretende la verità. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha definito questa strage “un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni”.
Alle ore 10.20, ora in cui è fermo l’orologio della stazione centrale da quel 2 agosto, un ordigno provocò la morte di 85 persone e altrettanti feriti. “La matrice neofascista della strage è stata accertata in sede giudiziaria e passi ulteriori sono stati compiuti per svelare coperture e mandanti per ottemperare alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere” aggiunge Mattarella.
Bisogna perseguire verità e giustizia
In una nota, il capo dello Stato ha dichiarato che “Nel giorno dell’anniversario il pensiero si volge anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande, che hanno saputo trasformare in impegno civile, per testimoniare all’intera società che le strategie del terrore mai prevarranno sui valori costituzionali della convivenza civile. L’azione solidale dei familiari merita la gratitudine della Repubblica. La loro tenacia ha sostenuto l’opera di magistrati e di servitori dello Stato che sono riusciti a fare luce su autori, disegni criminali, ignobili complicità”.
Anche il sindaco Lepore è intervenuto nel commemorare la strage e ha ricordato di non girarsi dall’altra parte quando il fascismo si ripresenta. “Bologna è stata ferita a morte, colpita più volte. Qualcuno mi ha detto: ‘Non dobbiamo spaventare le persone, questi argomenti non interessano’. Ma io dico no, non voglio girarmi dall’altra parte quando il fascismo si ripresenta nelle sue forme, siano essere terrorismo o razzismo, odio, intolleranza”. Poi il primo cittadino ha salutato e ringraziato i bolognesi e ha promesso che la battaglia per la verità non si fermerà.
Quest’anno è ancora più sentita questa commemorazione perché c’è stato il processo ai mandanti. La corte d’Assise ha confermato che la strage è stata organizzata dai vertici della P2. Protetta dai vertici dei servizi segreti italiani e messa in atto da terroristi fascisti. Le violenze degli anni dello stragismo non sono qualcosa che appartiene solo alla storia del paese ma anche all’attualità perché i processi ci hanno mostrato gli intrecci tra le istituzioni della Repubblica e le organizzazioni criminali.