Tensioni anche all’interno di Forza Italia per le liste. Il partito locale non vuole la presidente del Senato.
La candidatura di Forza Italia della presidente Casellati nel collegio uninominale della Basilicata ha suscitato le ire del partito locale. I forzisti della regione vorrebbero la candidatura del potentino Giuseppe Moles, il sottosegretario all’Editoria. Una vera e propria rivolta dei lucani contro questa candidatura della presidente del Senato. “Un senatore che lavora incessantemente per il territorio e che ha portato il partito dal 4% al 12,5%. Il popolo lucano merita rispetto e va rappresentato da gente lucana del territorio. Io sto con Giuseppe Moles”, dice all’ANSA il consigliere regionale di Fi Gerardo Bellettieri.
“Massimo rispetto per la seconda carica dello Stato – sottolinea – ma Moles merita riconoscimento per il lavoro svolto da anni sul territorio”. In Basilicata per quanto riguarda il Pd invece ci sarà Enzo Amendola, sottosegretario dem agli Affari europei, a correre come capolista alla Camera per la lista Italia democratica e progressista. Amendola ha preso il posto di La Regina che ha rinunciato alla candidatura dopo il caso del post contro Israele.
Tensioni all’interno del partito azzurro
In Basilicata non è l’unico malumore che agita Forza Italia ma anche in Veneto. Il motivo è sempre legato alla presidente Casellati. La seconda carica dello Stato, veneta, era convinta di riapprodare nel collegio uninominale Veneto 1. Ma il suo posto è stato occupato da Anna Maria Bernini la capogruppo di Forza Italia al Senato, bolognese. Questo ha fatto dirottare Elisabetta Casellati in Basilicata.
Ma le tensioni che agitano i forzisti non si sono placate tanto che il vice coordinatore regionale in Veneto Bond ha intenzione di lasciare il partito. “Lo stato di salute del partito in Veneto è pessimo. Ci sono province dove non si farà nemmeno attivismo per la campagna elettorale”, dice all’Adnkronos, il deputato Dario Bond.
Inoltre, Bond ha dichiarato: “Lascerò il partito. Non ho ancora ufficializzato la mia decisione perché essendo uno dei fondatori non volevo creare problemi. Però così non si può andare avanti…”.