L’Ue boccia la manovra fiscale di Meloni per quanto riguarda quattro misure: Pos, contanti, condono e pensioni.
La Commissione europea ha promosso in linea generale la manovra fiscale del governo Meloni. In particolare, la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale è in linea con la raccomandazione del Consiglio. Però quattro misure non ricevono l’ok dell’Ue perché non conformi alle raccomandazione europee.
Arriva il giudizio sulla manovra finanziaria da parte della Commissione europea. In linea generale viene approvata la manovra che sembra essere “in linea” con le raccomandazioni Ue, ma per quattro misure la risposta è negativa. Si tratta del Pos, tetto al contante, condono fiscale e pensioni anticipate, che a quanto pare Bruxelles non ritiene opportune.
No a quattro misure
Sarebbe un ok totale da parte della Commissione europea se non fosse per quattro misure decide in manovra. Queste, non sono in linea con le raccomandazioni Ue che, il 9 luglio 2019, si era raccomandata di “combattere l’evasione fiscale, in particolare sotto forma di omessa fatturazione, anche rafforzando l’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, anche mediante l’abbassamento delle soglie legali per i pagamenti in contanti”.
Su questa base, Pos, tetto al cash, condono e pensioni sarebbero da rivedere. Secondo quanto deciso dal governo Meloni: il tetto al contante passerebbe da 2mila a 5mila euro; il condono fiscale avrebbe consentito la cancellazione di debiti tributari pregressi relativi al periodo 2000-2015 e non superiori ai 1.000 euro; per il Pos, ci sarebbe stata la possibilità di rifiutare pagamenti elettronici inferiori a 60 euro senza sanzioni; infine le pensioni sarebbero state rinnovate con criteri di età più stringenti nel 2023 dei piani di prepensionamento scaduti a fine 2022.
Riforma tributaria
Bruxelles invita l’Italia a rivedere le riforme sul fisco, allineando le aliquote marginali ai valori correnti di mercato, razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali. Il discorso vale anche per l’Iva e le sovvenzioni dannose per l’ambiente, “garantendo equità e riducendo la complessità del codice tributario”.
La legge delega prevede modifiche strutturali, tra cui: una revisione delle imposte personali e societarie, una riforma dei valori catastali unitamente a un meccanismo di adeguamenti periodici, una razionalizzazione delle aliquote Iva e delle basi imponibili, e una revisione delle tasse ambientali in linea con i principi del Green Deal europeo.