Il ministro degli Esteri ha annunciato a gennaio una conferenza per i Balcani a Trieste per sancire il ruolo da protagonista dell’Italia.
La tensione è alta nei Balcani occidentali e l’impegno del governo italiano è in prima linea per la normalizzazione della situazione alla frontiera tra Serbia e Kosovo e per l’allargamento dei paesi balcanici nell’Ue. Con questo obiettivo il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ospite a Live in di SkyTg24 a Bergamo ha annunciato una conferenza a gennaio a Trieste.
“C’è molta tensione tra Kosovo e Serbia, stiamo cercando di fare di tutto per evitare perché la situazione degeneri” ha dichiarato il capo della Farnesina. “Ci sono mille militari italiani al confine che garantiscono la stabilità e la pace e sono apprezzati da serbi e kosovari” ha aggiunto Tajani. Il ministro degli Esteri ha sottolineato la volontà dell’Italia di giocare un ruolo da protagonista in questa regione, come ha anche ribadito al vertice di Tirana la premier Giorgia Meloni.
“L’Italia vuole essere protagonista”
“L’Italia vuole essere protagonista in questa regione” e che si “acceleri” nel percorso europeo, ovvero di allargamento dei confini europei ai Balcani occidentali. Il motivo è che “si tratta di territori vicini ai nostri confini e in quanto parte dell’Europa. Noi abbiamo anche dato parere favorevole per l’adesione della Bosnia Erzegovina come candidato all’Unione europea” ha ricordato il vicepremier Tajani sottolineando che nei “Balcani ci sono anche tante opportunità”.
La stabilizzazione dei Balcani è centrale in questo momento per l’Europa, per evitare che ingerenze esterne possano influenzare e destabilizzare la regione e portare a nuovi scontri e escalation nel cuore del continente. Il timore maggiore deriva dai legami tra la Serbia di Vucic e Mosca. Per accelerare in un senso europeo, Tajani ha annunciato: “a gennaio organizzeremo a Trieste una sorta di conferenza italiana sui Balcani per preparare una serie di iniziative politiche”. Il ministro ha preannunciato un lavoro sul “‘Corridoio VIII’ puntando a un accordo con Macedonia del Nord, Albania e Bulgaria. Garantire stabilità vuol dire anche ridurre flussi migratori perché il corridoio balcanico è motivo di cruccio e servono scelte condivise”.