L’attacco kamikaze di ieri a Kabul in cui sono morte 20 persone è stato rivendicato dall’Isis che continua ad attaccare l’Afghanistan.
L’Isis, o meglio l’Isis-K, branca afghana dell’Isis, ha rivendicato su Telegram l’attentato kamikaze a Kabul in cui sono morte almeno 20 persone e una quarantina sono rimaste ferite. L’attentatore suicida si è fatto esplodere ieri mattina all’ingresso del ministero degli Esteri talebano a Kabul, la capitale dell’Afghanistan dove era attesa una delegazione cinese. Nonostante i talebani sostengano di aver migliorato la sicurezza nel paese, continuano a verificarsi attentati quasi sempre rivendicate dallo Stato islamico, intenzionato a sfidare il regime dei Talebani.
“L’esplosione davanti al ministero degli Affari Esteri è avvenuta esattamente quando i dipendenti stavano uscendo dai loro uffici. I talebani hanno chiuso una delle strade principali di New City che porta all’ospedale di emergenza” ha scritto su Twitter una giornalista polacca che vive a Kabul. “Ue condanna questo attacco con la massima fermezza. Questa violenza non fa che aumentare le immense difficoltà che il popolo afghano deve sopportare quotidianamente” ha commentato l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell.
Le vittime degli attentati kamikaze gestite da Emergency
Dopo l’attacco kamikaze davanti al ministero di Kabul i feriti, oltre una quarantina, sono stati accolti al Centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency. Si tratta della prima “mass casualty” gestita nel 2023 dalla struttura, dopo le 29 del 2022. “Fino ad ora abbiamo ricevuto oltre 40 pazienti in ospedale, difficile stilare un bilancio, le attività sono ancora in corso – spiega Stefano Sozza, direttore del programma di Emergency in Afghanistan.
Da quando i talebani sono tornati al potere in Afghanistan nell’agosto del 2021, l’Isis-K ha aumentato i suoi attacchi terroristici, soprattutto nella capitale Kabul. Durante il 2022 Emergency ha trattato nel suo ospedale di Kabul più di 12.800 pazienti, per un totale di oltre 2.500 ammissioni e oltre 4.500 operazioni chirurgiche. Queste ultime hanno riguardato per il 99% ferite da arma da fuoco, arma da taglio, da esplosione.
