La Commissione dell’Unione europea ha approvato ufficialmente la vendita di farina di grilli: a breve sarà negli scaffali dei supermercati.
A partire dal 24 gennaio negli scaffali dei supermercati potremmo trovare la farina di grilli e alimenti creati con essa. La decisione ha scatenato non poche polemiche. L’opinione pubblica si è spaccata in due: da una parte coloro che ritengono questo prodotto un alimento a tutti gli effetti, dall’altra le persone inorridite dalla decisione della Commissione europea.
La Commissione europea ha autorizzato un nuovo alimento all’interno del mercato. Si tratta della farina di grillo, una polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus. Questa polvere verrà utilizzata appunto come farina e come ingrediente all’interno di alcuni alimenti.
Ma non si tratta del primo prodotto ottenuto dagli insetti ad aver avuto il via libera da parte della Commissione europea. Altri alimenti ai vermi e alle locuste sono già stati approvati. È stato Cricket One Co a dichiarare il via libera, dopo il parere positivo dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.
Già in precedenza, gli Stati membri dell’Ue su proposta della Commissione europea hanno approvato il consumo alimentare e la vendita della larva del tenebrione mugnaio. Il prodotto è vendibile solo in forma essiccata, e la sua approvazione risale a giugno 2021.
Grazie agli allevamenti di insetti si potrà contribuire a limitare le emissioni di gas serra. Il programma Orizzonte Europa, che sostiene finanziariamente la ricerca nei Paesi dell’Unione europea, si sta occupando di condurre importanti studi che dimostrano la presenza di un elevato numero di proteine negli insetti.
Cosa ne pensano i consumatori?
Ma nonostante gli studi, numerosi consumatori europei e italiani hanno espresso il loro disappunto nella decisione di introdurre gli insetti nell’alimentazione quotidiana. Lo dimostra un’indagine Coldiretti-Ixè. Secondo quanto riferito da Coldiretti, il 54% degli italiani si è rivelato contrario agli insetti a tavola, il 24% è indifferente. Invece il 16% è favorevole mentre il 6% non risponde.
