Boss mafioso querela Saviano
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Direttore: Alessandro Plateroti

Boss mafioso querela Saviano

Roberto Saviano

Il boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano, condannato all’ergastolo, ha chiesto il sequestro del libro “Solo è il coraggio” di Roberto Saviano.

Un mafioso siciliano ha chiesto al giudice di ordinare il sequestro di tutte le copie di un libro dell’autore Roberto Saviano, che vive sotto protezione della polizia dopo aver ricevuto minacce di morte per aver esposto i segreti della mafia.

Giuseppe Graviano, boss che sta scontando una condanna a vita in una prigione di massima sicurezza, ha presentato una causa per diffamazione la settimana scorsa contro l’autore di libri come Gomorra e Solo è il Coraggio, sulla vita del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992.

In un documento scritto di suo pugno e indirizzato all’ufficio del procuratore di Trento, Graviano sostiene che il libro di Saviano su Falcone contiene inaccurati riguardo a lui, in particolare riguardo al suo soprannome.

Secondo Saviano, Graviano era soprannominato “Madre Natura” perché aveva il potere di concedere o togliere la vita. Tuttavia, il boss della mafia sostiene di averlo guadagnato per essere “molto altruista”.

Graviano ha chiesto al tribunale di Trento di sequestrare e ritirare tutte le copie del libro dalle librerie italiane.

Secondo i magistrati, l’uomo di 59 anni era uno dei responsabili delle campagne di bombe a Milano, Roma e Firenze nel 1993, insieme a Matteo Messina Denaro, il mafioso arrestato questo mese dopo 30 anni in fuga.

Saviano ha dichiarato: “La richiesta di Graviano è … la prova che il potere di intimidazione della mafia non finisce mai. Strano come possa sembrare, i mafiosi non hanno paura di qualcuno che scrive su di loro, ma temono come scrivono su di loro”.

Chi è Giuseppe Graviano

Giuseppe Graviano ha 59 anni oggi. Affiliato alla Famiglia di Brancaccio con il fratello maggiore Filippo, nel 1990 diventò il reggente del mandamento di Brancaccio-Ciaculli e svolse un ruolo importante nell’organizzazione delle stragi del 1993 a Palermo, Roma, Firenze e Milano, nonché nell’omicidio di don Pino Puglisi.

Graviano sta scontando l’ergastolo in carcere a Terni e gli è stato attribuito, da diverse fonti, il ruolo di aver azionato il telecomando dell’autobomba che causò la morte del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta. Inoltre, ebbe un ruolo fondamentale nella strage di via D’Amelio.

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ultimo aggiornamento: 29 Gennaio 2023 20:28

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