“Questo ragazzo è certo che per aver parlato subirà la stessa sorte della sorella”, dice l’avvocato del fratello di Saman.
La testimonianza del fratello minore di Saman Abbas è stata fondamentale per il processo sui cinque indagati della morte della 18enne pakistana. Dopo la prima udienza alla Corte d’Assise di Reggio Emilia, dove si sono presentati lo zio Danish Hasnain e i due cugini, oggi c’è stata la seconda udienza a cui non è stato presente nuovamente Shabbar Abbas.
La seconda udienza
In Aula oggi, sebbene fosse assente il padre Shabbar, c’era il fratellino minorenne di Saman, accompagnato dall’avvocato Valeria Miari. Sono state le difese degli imputati a volerlo risentire nel processo, ma l’avvocata del giovane si è opposta a causa delle “forti pressioni che ha subito da persone vicine al nucleo familiare” e “al trauma subito”.
Il fratello della 18enne teme di fare la fine di sua sorella per aver parlato contro i suoi famigliari, accusandoli del delitto. “Ha chiesto di vedere il corpo, è convinto sia la sorella”, ha detto inoltre la legale Miari. Le minacce dei parenti del ragazzo potranno soprattutto ritorcersi contro di loro, diventando oggetto di un altro procedimento penale.
Anche l’avvocato del fidanzato di Saman, Claudio Falleti, si è opposto a una nuova testimonianza del suo assistito, dal momento che è stato già sentito in incidente probatorio prima dell’inizio del processo. Tuttavia, l’ultima parola dovrà pronunciarla la Corte d’assise, ma “non essendoci ulteriori nuove circostanze”, ha detto Falleti, non è necessario chiamarlo a deporre.
Intanto, l’udienza per l’estradizione di Shabbar è stata nuovamente rinviata, mentre è stata richiesta, predisposta ma non ancora avviata la videoconferenza. L’udienza del padre è stata rinviata al 17 marzo alle 9.30.