Era stato il convivente a chiamare i soccorsi affermando che sia lui che la badante 38enne erano stati aggrediti.
Si chiamava Anila Ruci la badante di 38 anni che è stata uccisa mercoledì 19 aprile nella sua casa di Scaldasole (Pavia). La donna è morta a seguito di una coltellata alla gola, mentre Osman Bilyhu, 30enne albanese che viveva con lei, è stato trasportato al Policlinico San Matteo di Pavia, perché anch’egli ferito.
L’interrogatorio
Quello che poteva sembrare un’aggressione contro i due conviventi assume una forma tutta diversa. Osman Bilyhu, ricoverato in ospedale a causa delle ferite da accoltellamento, era sempre stato presentato dalla vittima come suo fratello: questa però non era la verità.
Dall’interrogatorio dell’uomo avvenuto in ospedale emerge che tra i due non fosse alcun legame di parentela, dal momento che la coppia viveva insieme. Alcune delle dichiarazioni rilasciate dal 30enne però fanno sorgere i primi sospetti.
La scoperta
Era stato proprio Bilyhu a chiamare i soccorsi il 19 aprile raccontando di un’aggressione subita da lui e dalla badante, da parte di due estranei. Questa versione però non aveva convinto gli investigatori che non avevano trovato alcuna traccia, nemmeno dopo le indagini effettuate sul luogo del delitto.
Il personale specializzato dei carabinieri hanno anche visionato anche le immagini di impianti di videosorveglianza privati e pubblici, ma sono state proprio queste a far ipotizzare che sia stato Bilyhu l’autore dell’omicidio.