Nei giorni scorsi Enrico Mentana lanciò un messaggio agli ambientalisti, che però ad oggi sembra essere stato frainteso.
Dopo il disastro che ha distrutto parte dell’Emilia-Romagna, Enrico Mentana aveva scritto sui social un messaggio rivolto agli ambientalisti i quali, invece di agire imbrattando i palazzi del governo, avrebbero potuto dare il buon esempio aiutando a “spalare il fango”. Ma gli attivisti di Ultima Generazione si sono occupati dello sporco creato nella Fontana di Trevi: avranno frainteso il messaggio?
Ultima Generazione alla Fontana di Treni
Sono stati otto i teppisti-ambientalisti che il 21 maggio scorso hanno versato del liquido nero nella Fontana di Trevi, al centro di Roma. Protestando, gli attivisti urlavano “Non paghiamo il fossile” e “Il nostro paese sta morendo”. Dopo essere stati fermati dalla Polizia locale, nella giornata di oggi hanno proseguito con un altro blitz al Senato.
Un gesto che ha suscitato numerose polemiche: “Per difendere l’ambiente continuano a organizzare forme di protesta discutibili oltre a imbrattare monumenti e sedi istituzionali. Ma davvero c’è qualcuno convinto che questi gesti servano a tutelare il pianeta?”, afferma Stefano Pedica, segretario regionale del Lazio di +Europa.
Mentana: “C’è stata un’incomprensione”
Ad esprimersi sulla questione oggi è anche Enrico Mentana che, con un post su Facebook, scrive: “C’è stata un’incomprensione: dopo il mio invito sono andati a spalare il fango dentro Fontana di Trevi”. Il direttore di TgLa7 fa riferimento al suo ultimo messaggio, rivolto agli ambientalisti, che è stato anche parecchio criticato.
Dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna infatti, il giornalista aveva scritto: “Che occasione avevano i militanti di Ultima Generazione e di Extinction Rebellion, che lezione avrebbero dato se avessero fatto come gli Angeli del fango che quasi sessant’anni fa, senza social né uffici stampa, si ritrovarono in poche ore a Firenze, venendo da tutta Italia, per dare una mano a spalare fango, ad aiutare chi ne aveva bisogno, a salvare mille opere d’arte e oggetti e libri di inestimabile valore subito dopo l’alluvione del 1966. Dai ragazzi che siete ancora in tempo, meno tangenziali occupate, meno comparsate tv e più sana, ma faticosa, militanza”.