Vittorio Sgarbi è tornato a parlare del Cavaliere a pochi giorni della sua scomparsa scagliandosi contro i magistrati italiani.
Silvio Berlusconi è il grande argomento di discussione degli ultimi giorni a causa della sua triste scomparsa. Il Cavaliere, morto lunedì mattina all’ospedale San Raffaele, era stato difeso da subito dall’amico Vittorio Sgarbi, intervenuto su Sky Tg 24 dopo neanche un’ora dall’annuncio del decesso. Il critico d’arte è tornato a parlare ieri sera del quattro volte presidente del Consiglio. Sgarbi è stato ospite di Cartabianca, in diretta su Rai 3, dove ha attaccato nuovamente la sinistra e la magistratura. “Occorre fare un’operazione di verità – ha affermato il sindaco di Arpino – per capire perché un uomo di 58 anni entra in politica e diventa da deputato a imputato perenne per ragioni di inchieste politiche. Quelle inchieste erano false e grottesche”.
Berlusconi contro la magistratura
“Berlusconi è andato a fare politica – commenta Vittorio Sgarbi – perché i partiti di riferimento erano stati cancellati dall’azione criminale della magistratura che aveva ucciso Bettino Craxi e Giulio Andreotti e i partiti”. Una lotta, quella citata dal critico d’arte fra il Cavaliere ed i magistrati, che ora andrebbe risolta. Quella del quattro volte presidente del Consiglio è “una scomparsa che merita giustizia. Occorre un’azione di giustizia, occorre che il presidente della Repubblica, il Csm e i parlamentari chiedano di verificare questi processi. Trent’anni sono una vita e Berlusconi è stato sotto processo per 30 anni. I processi sono giusti, sono sbagliati? Credo che siano stati in larga parte processi costruiti perché ha fatto politica. Lo vedremo”.