Il prossimo incontro tra il governo e le parti sociali è previsto per il 5 settembre 2023.
È stato posticipato tutto al mese di settembre, ma per quanto riguarda le pensioni sembra che la situazione sia chiara fin da ora. L’opzione donna, cioè la possibilità di andare in pensione in anticipo con il calcolo contributivo della pensione che l’ultima misura ha limitato a un gruppo ristretto di lavoratrici, probabilmente non rimarrà così com’è oggi. Sembrerebbe impossibile ripristinare i requisiti che erano in vigore l’anno scorso. 58 anni di età – 59 per le lavoratrici autonome – e 35 anni di contributi. Tuttavia, ciò che farà la differenza come sempre, saranno le risorse che il governo deciderà di allocare nella prossima legge di bilancio.
I possibili cambiamenti a partire dal 2024
Quali sono le possibili modifiche per l’uscita anticipata dal lavoro con l’opzione donna? Ci sono almeno due possibilità attualmente considerate. Vi è anche la proposta che viene maggiormente promossa dalle opposizioni e dai sindacati, ovvero il ripristino dei requisiti previsti per il 2022. Una delle altre proposte è quella di estendere l’opportunità a tutte le donne di almeno 60 anni di andare in pensione senza la necessità di considerare il numero di figli o l’occupazione. Finora, solo le caregiver, le persone con disabilità civili con percentuale pari o superiore al 74% e le persone licenziate potevano decidere di ritirarsi anticipatamente dal lavoro.
La seconda proposta consiste nell’adozione di un modello simile a quello dell’ape sociale. In questo caso, l’anticipo pensionistico sarebbe accessibile a partire dai 60 o forse 61 anni invece che dai 63 anni, che è l’attuale età di riferimento dell’ape. Cosa potrebbe succedere con l’Ape sociale? La ministra Marina Elvira Calderone ha fatto intendere che il sistema attuale per i lavoratori impegnati in attività gravose potrebbe essere rivisto ed esteso. Pare ci sia un accordo di base sull’idea di un graduale allargamento del bacino dell’Ape sociale a partire dal 2024, modulandola in base alle risorse effettivamente disponibili. Avremo maggiori informazioni nei prossimi mesi.
Attualmente è certo che l’ape sociale è stata estesa fino al 31 dicembre 2023. Essa riguarda diverse categorie di persone, come disoccupati di lunga durata, caregiver, individui con disabilità dal 74% e lavoratori con mansioni gravose. La richiesta può essere presentata anche da coloro che hanno soddisfatto i requisiti negli anni precedenti, ovvero aver compiuto almeno 63 anni di età e non essere già beneficiari di una pensione diretta in Italia o all’estero.