Il ragazzo sarà ascoltato in questi giorni dagli inquirenti ma si attende l’autopsia per svelare se lei ha tentato di difendersi.
Il 2023 è sempre più l’anno dei femminicidi: Sofia Castelli è stata uccisa nel suo appartamento di corso Roma a Cologno Monzese. L’ex fidanzato, Zakaria Atqauoi, aveva studiato tutto nei minimi dettagli: durante la loro ultima litigata le aveva sottratto un mazzo di chiavi per poter entrare in casa sua mentre lei non c’era. Ha aspettato che lei rientrasse, nascosto dentro un armadio, e poi l’avrebbe uccisa nel sonno a coltellate.
Sofia aveva solo vent’anni e la sua famiglia, negli ultimi due anni, aveva trattato Zakaria come un secondo figlio. I parenti di lei la stavano aspettando in Sardegna, riuniti per festeggiare il cinquantesimo anniversario di nozze dei suoi nonni, ma hanno dovuto annullare tutto e rientrare a Cologno Monzese.
Una relazione finita male
Quella fra Zakaria Atqauoi e Sofia Castelli è una relazione finita male. Lui temeva di essere tradito ed è per questo che si è nascosto in quell’armadio: credeva che lei sarebbe rientrata in casa con un altro, ma così non è stato. Neanche questo gli ha impedito di riconsiderare cosa stava per fare. L’autopsia, ora, dovrà chiarire se lei ha cercato di difendersi o se è morta senza neanche riaprire gli occhi.
Zakaria sarà ascoltato in questi giorni dagli inquirenti ma, secondo il suo avvocato, ha “risposto alle domande del magistrato ed è stato molto collaborativo” durante il primo interrogatorio. La possibile condanna al ragazzo dipenderà anche da quando è stato sottratto il mazzo di chiavi: in base a quello potrebbe essere considerata l’aggravante della premeditazione. La notte dell’omicidio, inoltre, lui avrebbe seguito tutti gli spostamenti di Sofia grazie ad Instagram.