Demenza: il nuovo studio rivela chi si ammalerà
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Direttore: Alessandro Plateroti

Demenza: il nuovo studio rivela chi si ammalerà

corridoio in ospedale

Secondo un punteggio sviluppato dall’Università di Oxford, adesso sarà possibile evitare circa il 40% dei casi di demenza.

L’Università di Oxford ha pubblicato uno studio sulla diagnosi di demenza sulla rivista BMJ Mental Health: si tratta di un metodo con cui calcolare le possibilità di ammalarsi, evitando di conseguenza almeno il 40% dei casi.

corsia corridoio ospedale barella
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Il nuovo metodo contro la demenza

Il metodo messo a punto dall’Università di Oxford, definito come “metodo UKBDRS”, supera altre 3 opzioni di calcolo già utilizzate e originariamente sviluppate in Australia (ANU-ADRI), Finlandia (CAIDE) e Regno Unito (DRS).

Le stime ci indicano che sono circa 50 milioni le persone al mondo che vivono con la demenza. Il metodo in questione si basa su 11 fattori per lo più modificabili che cambiano gli atteggiamenti e gli stili di vita di questi individui, agendo sui principali fattori di rischio. In questo modo, si potrebbe evitare circa il 40% dei casi.

Lo studio

I ricercatori dell’Università hanno condotto uno studio basato su due grandi gruppi di persone fra i 50 e i 73 anni: 220.762 persone con età media appena sotto i 60 anni, e 2.934 persone con età media di 57 anni.

Stilando un elenco di 28 fattori già associati a un rischio più elevato o ridotto di sviluppare la demenza, sono stati identificati e scartati quelli meno rilevanti, concentrando quindi il punteggio sui fattori predittivi più forti.

L’analisi ha ottenuto come risultato 11 fattori predittivi per qualsiasi tipo di demenza, su cui il punteggio UKBDRS si basa. Si parla quindi di: età, istruzione, diabete, depressione attuale o precedente, precedente ictus, demenza nei genitori, svantaggio economico, pressione sanguigna elevata, colesterolo alto, vivere da soli e sesso maschile.

L’accuratezza del punteggio di rischio potrebbe essere ulteriormente migliorata aggiungendo test cognitivi o una risonanza magnetica cerebrale, in modo da avere una caratterizzazione più dettagliata.

Il gene APOE

I ricercatori però hanno considerato anche un fattore di rischio noto per la demenza: si tratta del gene APOE, che produce una proteina capace di trasportare il colesterolo e altri tipi di grassi nel sangue.

Tra i fattori che conferiscono rischio maggiore abbiamo anche l’età avanzata (non oltre i 60 anni), ma anche il diabete, la depressione e l’ipertensione. I soggetti che soffrono di questi elementi avranno un rischio tre volte superiore a quello di una persona della stessa età che non ne ha nessuno.

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ultimo aggiornamento: 25 Agosto 2023 12:21

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