Secondo la Corte d’Assise, il 33enne Marco Eletti avrebbe cercato online informazioni per avvelenare i suoi genitori.
Marco Eletti, condannato a scontare la pena detentiva di 24 anni e 2 mesi, aveva programmato il delitto dei suoi genitori già molti mesi prima del terribile gesto. Già dal settembre del 2020 il 33enne aveva iniziato a fare ricerche sul web su sostanze in grado di stordire o uccidere, da acquistare online.
Il delitto
Il 24 aprile 2021, Marco Eletti aggredì entrambi i suoi genitori nella loro casa di San Martino in Rio, a Reggio Emilia. Era stata lui stesso a lanciare l’allarme ai soccorsi del 118, che ritrovarono il padre 58enne Paolo Eletti disteso sul divano privo di vita.
Ad ucciderlo furono i diversi colpi di martello inflitti da loro figlio. La madre, Sabrina Guidetti, invece è stata ritrova nella cucina dell’abitazione, sotto effetto di droghe e con i polsi tagliati. Marco Eletti, ex concorrente de “L’Eredità”, ha poi confessato il duplice omicidio.
In seguito alla vicenda, è arrivata la condanna da parte della Corte d’Assise che ha decretato la pena di 24 anni e 2 mesi di carcere per l’assassino.
Marco Eletti e la premeditazione
Secondo la Corte di Assise di Reggio Emilia, Eletti aveva premeditato l’omicidio. A confermarlo sarebbero le ricerche fatte sul web già a settembre 2020, che testimoniano infatti la volontà dell’uomo di uccidere i genitori.
Marco Eletti avrebbe voluto far mangiare un dolce avvelenato a suo padre, ma questo aveva deciso di non prendere il bignè preparato dal figlio. La madre invece era morta poco dopo aver mangiato il dolce. Per eliminare anche il padre quindi, il 33enne ha deciso di ucciderlo a martellate.
Le ipotesi sul movente
Diversi i motivi che hanno potuto scatenare la furia di Marco Eletti: tra questi la scoperta della doppia vita del genitore e quella di non essere il figlio naturale della coppia. Secondo l’accusa però, il vero movente potrebbe essere legato a questioni economiche, in particolare all’uso di una casa da parte del 33enne.
“Se vi sarà spazio impugneremo senz’altro quantomeno sulla premeditazione. Se i nostri punti venissero accolti, potrebbe comportare una consistente riduzione della pena“, dichiarano i difensori Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella.