Una sopravvissuta al naufragio della Costa Concordia è tornata a viaggiare 11 anni dopo ma per lei una nuova disavventura.
Quel 13 gennaio del 2012 è ancora vivo nella sua mente. Ecco perché solamente dopo 11 anni dal naufragio della Concordia, una sopravvissuta, Angela Familiari, è riuscita a farsi coraggio e partire nuovamente, insieme ai suoi figli. La fortuna, però, non è stata anche in questo caso dalla sua parte. Per lei una nuova disavventura, terminata con una intossicazione e la richiesta di risarcimento.
Sopravvissuta alla Concordia: 11 anni dopo una nuova disavventura
Sarebbe dovuto essere il viaggio che metteva la parola fine ad ogni paura e ricordo del passato. Invece, per Angela Familiari e la sua famiglia è stato un nuovo incubo. La donna, sopravvissuta 11 anni fa al naufragio della Costa Concordia, si era messa in testa di superare tutto dopo oltre un decennio e di partire per l’Egitto. Qui, però, la sfortuna si è ripresentata.
“Questa vacanza in Egitto, era la mia missione, quella di superare la paura per sempre”, ha raccontato la donna al Corriere della Sera. “Il viaggio in Egitto l’ho pagato con i risparmi messi da parte negli ultimi anni. Insieme alle mie figlie ho voluto anche la mia migliore amica e il suo bambino di 12 anni, volevo ringraziarla per avermi aiutato in uno dei periodi più bui della mia vita. Ha accolto subito l’invito a partire con noi e a starmi vicino nella mia missione”.
Eppure, come detto, le cose non sono andate come previsto. La donna, infatti, è riuscita a fare solo un’escursione perché poi sono arrivati i problemi. “Durante il primo tour nel deserto, era prevista una cena beduina e i bambini hanno mangiato qualcosa che ha fatto loro male. Non so se le crepes oppure l’anguria o forse era l’acqua, non in bottiglietta, ma loro ci avevano detto che era buonissima lo stesso. Fatto sta che il primo a stare male, il mattino dopo, è stato il figlio della mia amica: febbre altissima e problemi intestinali. Dopo un paio d’ore è toccato alla mia figlia più piccola. E il giorno dopo, a ruota, alla mia maggiore”.
Intossicazione e risarcimento
Le conseguenza di quella che pare essere stata quindi una intossicazione sono state scontate: una vacanza trascorsa con tre bambini attaccati alla flebo tutto il giorno in una stanza del villaggio Brayka Bay
Rientrata dal viaggio, la Familari ha deciso di far valere le sue ragioni e ha chiesto un risarcimento sia morale che materiale rivolgendosi all’associazione dei consumatori Giustitalia.