L’infettivologo Puoti mette in guardia la popolazione sui nuovi contagi da Covid: “Serve grande attenzione e vigilanza”.
A seguito della diffusione delle nuove varianti Covid, il numero dei casi in Italia inizia ad aumentare sempre di più allertando la popolazione. Soprattutto in Lombardia i numeri continuano a salire, e con l’arrivo dell’autunno si teme una nuova ondata. A fare il punto della situazione è il professor Massimo Puoti, direttore del reparto di Malattie infettive all’ospedale Niguarda di Milano.
Covid, la situazione negli ospedali
Negli ospedali, dove è più probabile avere un contatto con persone immunodepresse, vige nuovamente l’obbligo dei tamponi per i sintomatici. Nella realtà del Niguarda di Milano, si conta una decina di pazienti positivi al tampone, ma non ricoverati per altre patologie.
“Non abbiamo ancora visto una ripresa dei casi tra i pazienti fragili, quindi tra coloro che hanno una malattia ematologica, come linfomi e leucemie, tra i trapiantati e i pazienti neurologici che fanno terapie immunosoppressive di un certo rilievo, ma ce l’aspettiamo”, garantisce Massimo Puoti in un’intervista a Fanpage.it.
Sebbene i casi stiano aumentando, “non ci sono motivi di preoccupazione per la situazione ospedaliera. L’ospedale, infatti, riflette la situazione del territorio con un ritardo di 10-14 giorni, perché se aumenta il numero dei casi nella popolazione giovane, prima che arrivi alla popolazione più a rischio che viene ricoverata in ospedale passa un po’ di tempo”.
Variante Eris, come incide sulla gravità della malattia?
La variante Eris al momento non sembra aver causato un particolare aumento dei danni causati all’organismo, e nemmeno una minore risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione e da quella che chiamiamo immunità ibrida. “Ricordo sempre che la vaccinazione protegge dalla malattia, ma molto meno dall’infezione proprio a causa delle varianti”, evidenzia l’infettivologo.
Per quanto riguarda il ritorno a scuola, Puoti spiega che “più che timore serva avere vigilanza e attenzione. Infondere nella popolazione un nuovo sentimento di paura mi sembra eccessivo tenendo conto che l’infezione, nel 95% della popolazione senza condizioni di fragilità, per ora non presenta un quadro clinico particolarmente impegnativo”.
Come proteggersi dal Covid?
Per quanto riguarda i pazienti fragili, secondo Massimo Puoti “occorre fare attenzione a un accurato lavaggio delle mani e all’uso delle mascherine in contesti pubblici affollati. Credo che dovrebbero usarle indipendentemente, perché in questi pazienti anche una semplice infezione da virus trasmessi per via respiratoria può essere importante. Stesso discorso a scuola: se in classe c’è un bambino che ha una di queste condizioni, sarebbe bene che tutti i compagni prestino la dovuta attenzione”.
Il secondo consiglio riguarda il senso di civiltà: “Se una persona ha la febbre, un raffreddore forte, un mal di gola, è bene che stia a casa per quattro o cinque giorni. Le pubblicità che invitano a prendere farmaci sintomatici per poter tornare al lavoro nonostante la presenza di un’infezione delle prime vie aeree non sono adeguate per il messaggio sociale che veicolano. Un’infezione di questo tipo è contagiosa e altre persone, soprattutto quelle più fragili, possono subire le conseguenze del contagio“.
Infine, in presenza di sintomi da Covid, bisogna fare immediatamente il tampone e contattare il proprio medico di medicina generale. “Abbiamo terapie molto efficaci che funzionano se somministrate precocemente. Se una persona si presenta da noi dopo dieci giorni che sta male con la febbre quando cominciano i problemi respiratori è troppo tardi per cominciare queste terapie o comunque possono risultare meno efficaci”, prosegue l’infettivologo.
In arrivo la nuova campagna vaccinale
Sono già pronti i nuovi vaccini contro le nuove varianti del Covid, ma la popolazione sembra sempre più diffidente. “In realtà la vaccinazione ci ha protetto e ci protegge ancora dalla malattia. Le indicazioni sulla nuova campagna arrivano dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità e non si può che concordare con queste”, spiega Puoti.
Il vaccino dà una migliore immunità anche sulle nuove varianti. Dal momento che molti dei pazienti fragili però rispondono poco alla vaccinazione, tra qualche mese avremo “un nuovo anticorpo monoclonale che permetterà di supplire alle deficienze del sistema immunitario, agendo anche sulle varianti che circolano adesso”, conclude.