Il progetto “Dead Drops” si basa sullo scambio di file offline: per partecipare basta cercare una delle chiavette Usb sui muri delle città.
Il progetto nasce a Brooklyn nel lontano 2010, e fino ad oggi ha continuato a diffondersi in tutto il mondo. Se camminando vi capiterà di trovare delle chiavette usb cementate nei muri, sappiate che si tratta del cosiddetto “Dead Drops”, un’idea dell’artista Aram Bartholl che ha voluto realizzare una rete alternativa a internet per la condivisione di file e dati.
Le Usb nei muri di tutto il mondo
Il progetto Dead Drops viene definito come “una rete di condivisione di file anonima, offline, peer to peer nello spazio pubblico”. Si tratta di un movimento indipendente nato nel 2010 a New York, espandendosi fino in Italia dove oggi si contano circa 86 dispositivi incastonati nei muri.
Tutti possono partecipare, ma come?
La cosa interessante è che chiunque può partecipare al progetto, alimentando la rete di condivisione offline. Basterà individuare il luogo in cui volete installare la chiavetta Usb, nella vostra città, scavare un piccolo buco e fissarla con del cemento a presa rapida.
La vostra chiavetta diventerà quindi parte di una rete globale, e chiunque potrà utilizzarla per “rilasciare o trovare file”, come spiega Aram Bartholl. Sul sito ufficiale di Dead Drops è possibile trovare una mappa su cui rintracciare la chiavetta più vicina.
Le chiavette nel muro in Italia
Come anticipato prima, in Italia ad oggi si registrano ben 86 chiavette Usb, di cui 8 localizzate a Milano. Una è stata trovata addirittura in un albero nei dintorni di Parco Sempione: un’alternativa all’idea di base.
Sul sito di Dead Drops viene confermato il caso di Roma, in Via Costantino, dove uno dei dispositivi si trovava “in un buco sulle mura del C.T.O. all’angolo tra via della Villa di Lucina e via Costantino, di fronte all’edicola. Copiate i file che vi interessano, lasciate ciò che volete”. Attualmente però, la chiavetta risulta rubata/scomparsa.