Massimo Ambrosini svela i dettagli emotivi dietro il suo addio al Milan nel 2013, condividendo le sfide della gestione.
Massimo Ambrosini, ex noto centrocampista del Milan e attuale opinionista sportivo, ha aperto il suo cuore riguardo al suo addio al club rossonero nell’estate del 2013. Dopo aver vestito la maglia del Milan per 17 stagioni, di cui 15 consecutive, l’addio non è stato facile per ‘Ambro’, come ha condiviso durante un’intervista a ‘Radio Serie A’.
Gestione e comunicazione: le ragioni dietro l’addio
Ambrosini ha espresso la sua delusione riguardo alla gestione poco attenta da parte del club. “E’ giusto che loro pensassero ad alto, considerando la mia età di 37 anni. Tuttavia, avrebbero dovuto comunicarlo in maniera diversa. Forse hanno realizzato l’errore solo dopo“, ha detto Ambrosini.
Il centrocampista ha poi rivelato i momenti cruciali che hanno portato alla sua decisione. “Mi è stato comunicato in due fasi diverse. Dopo la vittoria a Siena e la qualificazione in Champions League, ho chiamato Adriano Galliani. Non potevo immaginare di lasciare il Milan“, ha condiviso Ambrosini.
Il sogno interrotto e il futuro
Ambrosini ha poi parlato del giovane Bryan Cristante, che stava ricevendo più tempo di gioco. “Dopo alcune settimane di indecisione, mentre ero a Pesaro, Galliani mi ha chiamato. Ero devastato. Avevo accumulato 492 presenze e il mio sogno era raggiungere le 500. Ma non era solo per questo, semplicemente non riuscivo a immaginarmi in un altro club“, ha confessato Ambrosini.
L’addio di Massimo Ambrosini al Milan è stato un momento emotivo sia per il giocatore che per i tifosi. La sua dedizione e passione per il club sono indiscutibili, e il suo desiderio di raggiungere le 500 presenze dimostra il suo profondo legame con i rossoneri.
