Eugenia Fiore, la giornalista aggredita in moschea nei giorni scorsi, ha raccontato il dramma di quanto vissuto con dettagli orribili.
Minacciata e poi picchiata da diversi uomini fuori da una moschea a Roubaix, cittadina a due ore da Parigi. I fatti avvenuti alla giornalista Mediaset Eugenia Fiore sono stati resi noti nei giorni scorsi ma ancora oggi mettono i brividi. Specie dopo le parole della diretta interessata che, a ‘Fuori dal Coro’, in diretta su Rete4 con Mario Giordano, ha raccontato dettagli orribili di quanto vissuto, da lei e dal suo cameraman Andrea Grattarola.
Eugenia Fiore, il video dell’aggressione in moschea
Il racconto in studio da parte della Fiore inizia con la messa in onda dell’aggressione subita. Su Rete4, infatti, ecco il video con le immagini terribili.
In primi si sente uno degli uomini minacciare la giornalista e il suo collaboratore: “Datemi la telecamera, dovete darci la telecamera, o mi fate vedere cosa avete ripreso o ve la rompiamo”. Dal canto suo la donna ha provato a spiegare di non aver filmato nulla e di stare tranquilli. Parole vane dato che a dare manforte all’uomo arriva preso un altro individuo. “Dove pensate di andare, guardate che ve la spacchiamo”.
Il filmato fa capire la paura della donna: “Lasciami stare, aiuto! No, ti prego, ti prego, dammi la mia roba, dov’è il mio collega?”.
Lo stato d’animo della giornalista
Durante la messa in onda del filmato, la Fiore ha provato a raccontare cosa stesse vivendo in quei momenti: “Avevo iniziato a correre, pensavo che essendo io donna non avrei subìto nulla da loro, invece sono stata seguita da più uomini, circondata, spintonata, buttata a terra e presa a calci”.
“Nessuno in quel quartiere è venuto in mio soccorso, addirittura c’era chi passava e mi scatta delle foto mentre venivo aggredita. Abbiamo chiamato il 112, ma nessuna volante è stata mandata in nostro aiuto”.
Ancora più brutale quanto affermato successivamente: “Rivedere queste immagini mi fa impressione, mi fa star male e mi fa anche tanto arrabbiare. Loro avrebbero fatto qualsiasi cosa per cacciarci dal quartiere, non si sarebbero fermati. Più uomini mi hanno circondato e sbattuta a terra, mi sono arrivati tanti colpi, a quel punto non ricordo bene quel che è successo e ancora oggi faccio fatica a dormire la notte. Una poliziotta al commissariato mi ha detto che quella è zona loro e che se avessi avuto il velo, probabilmente tutto questo non sarebbe successo“.