Dopo una serie di esami svolti sul corpo di Alberto Rizzotto, ecco il verdetto su come sia morto l’autista del bus della tragedia di Mestre.
Si cerca ancora di chiarire cosa sia accaduto veramente quella serata del 3 ottobre scorso che ha portato alla tragedia di Mestre con il bus precipitato dal cavalcavia e il triste bilancio di 21 morti e 15 feriti. In modo particolare sono ancora in corso le indagini e gli esami sull’autista del mezzo, Alberto Rizzotto. L’autopsia doveva chiarire i dubbi su presunti problemi al cuore, così come gli ulteriori test effettuati con analisi cardiache più dettagliate. Ora, ecco il verdetto sulla reale causa della morte.
Tragedia di Mestre: la causa della morte dell’autista
La tragedia di Mestre sta tenendo banco, inevitabilmente, ancora oggi. Occorre dare una spiegazione per quanto accaduto al bus guidato da Alberto Rizzotto e soprattutto alle famiglie delle 21 vittime.
Come detto, le recenti indagini si sono concentrate sul conducente del bus-navetta de La Linea precipitato il 3 ottobre dal cavalcavia per comprendere se l’uomo abbia avuto o meno un malore prima della strage o se era ancora in sé. Inoltre, si è cercato presunti problemi cardiaci al cuore per verificare, appunto, se il 40enne potesse essere stato colpito da un guaio di quel genere.
L’esito degli esami, in tal senso, è stato chiaro: Rizzotto era ancora vivo quando il veicolo è volato dal viadotto. L’autista è morto nello schianto a terra, per una frattura al cranio. Il verdetto è stato reso ufficiale dal legale della famiglia del conducente, Francesco Stilo.
Le altre parole dell’avvocato
L’avvocato della famiglia Rizzotto, Francesco Stilo, ha anche spiegato quali siano, ad oggi, le certezze sul caso e sull’autista appunto. Sulla frattura del cranio come causa della morte del conducente, il legale ha detto: “È l’unica certezza che c’è in attesa degli esami autoptici”.
Una precisazione anche sulle visite mediche dell’uomo in ospedale nei mesi precedenti alla strage: “Prima della tragedia nessun accesso ospedaliero era stato necessario a causa di ipotetici problemi cardiovascolari. Alberto è stato in ospedale nel giugno scorso per motivi che restano riservati ma che nulla hanno a che fare con problemi al cuore e, negli anni precedenti, gli ingressi ospedalieri erano avvenuti per motivi di routine, o per controlli legati alla sua professione”.