La storia dietro il sorprendente atto di beneficenza di Vittorio Feltri, che ha pagato la multa per i senzatetto a Milano.
Nella sua rubrica su Il Giornale, Vittorio Feltri rivela una faccia meno conosciuta del suo carattere, rispondendo alla lettrice Luisa. Quest’ultima aveva espresso apprezzamento per un recente gesto di Feltri: il pagamento di una multa a favore di alcuni senzatetto a Milano. L’immagine pubblica di Feltri è spesso associata a termini come “cinico” o “stro**o”, ma il suo gesto sembra mettere in discussione queste percezioni.
Un atto di solidarietà e realismo
Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, Feltri descrive il suo aiuto ai senzatetto non come un’azione straordinaria, ma come un semplice dovere. La situazione è nata a seguito di una multa imposta per violazione del suolo pubblico durante un evento natalizio organizzato per i clochard nella galleria Vittorio Emanuele. La reazione di Feltri a questa situazione rivela un lato empatico e riflessivo, raramente attribuito al suo personaggio pubblico.
Le riflessioni di Feltri sulla società
Feltri, nel suo intervento, sottolinea le disparità sociali e invita a una maggiore consapevolezza della realtà. L’esistenza di estreme differenze economiche tra chi “ha tanto” e chi “non ha nulla” rappresenta una verità scomoda che molti preferiscono ignorare. Secondo Feltri, i clochard, con la loro presenza, costringono la società a confrontarsi con questa realtà.
Il fondatore di Libero conclude riflettendo sul significato più ampio della multa ai senzatetto. Secondo lui, la sanzione non era dovuta tanto allo spazio occupato, quanto al disagio sociale che i senzatetto rappresentano. Feltri sottolinea come la miseria sia una realtà costante nella vita quotidiana, spesso ignorata o nascosta da chi preferisce concentrarsi solo su aspetti più piacevoli o sopportabili dell’esistenza.
In conclusione, il gesto di Vittorio Feltri non deve essere visto solo come un atto di beneficenza, ma anche come un momento di riflessione sociale. Questo episodio ci invita a guardare oltre la superficie delle azioni e delle persone, riconoscendo che anche chi è spesso etichettato come “cinico” può sorprendere con gesti di genuina umanità e consapevolezza sociale.