Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, si trova al centro delle polemiche a seguite delle sue ultime frasi sessiste.
Scandalo al Comune di Terni, dove il sindaco Stefano Bandecchi si trova al centro di un dibattito, dopo le sue recenti dichiarazioni in Consiglio comunale. Affrontando il tema della violenza di genere, ha affermato che “chi non ha mai tradito la propria fidanzata non è uno normale“. Parole che hanno suscitato l’indignazione delle minoranze, che hanno abbandonato l’aula.
Le dichiarazioni sessiste di Bandecchi
I fatti risalgono allo scorso novembre, quando in Consiglio comunale il sindaco Stefano Bandecchi sosteneva che “guardare un bel c*lo” sia normale, e che “tutti gli italiani maschi mi hanno capito, almeno quelli normali, ovvero quelli sani di mente. E tutte le femmine normali mi hanno capito”.
“Detto questo, è vero che l’Italia è piena di imbecilli e io capisco che per qualcuno sia un problema capire le mie parole che rivendico tutte, una per una”, aveva dichiarato il primo cittadino. Dopo le sue intollerabili parole, le minoranze hanno lasciato l’aula.
Il sindaco si difende: ma arriva la censura
Stefano Bandecchi è intervenuto nel corso della puntata de L’Aria che tira, in onda il 23 gennaio su La7, sostenendo che le sue parole sono state strumentalizzate per allontanarlo dalla politica. “Bisogna considerare il contesto in cui è stata pronunciata quella frase”, ha detto il sindaco di Terni.
“Hanno scritto che il problema delle donne è Bandecchi. Ma io ho semplicemente spiegato quello che pensano gli italiani. Mi dispiace che nessuno abbia colto un dettaglio fondamentale che è sfuggito a tutti: ho detto che, quando la donna dice basta, anche l’uomo più bestia deve smetterla e se ne deve andare”, ha continuato il primo cittadino.
“Alla Camera dei deputati ho sentito dire che Bandecchi dev’essere mandato via. Le parole che ho usato in consiglio comunale non richiedono nessuna scusa”, tuona il sindaco di Terni. Per il suo comportamento, infatti, l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità una mozione di censura contro Bandecchi.