Come Max Allegri sta reinventando la tattica della Juventus tra innovazioni offensive e la sfida di una difesa priva di terzini.
La Juventus si trova a un bivio tattico: Max Allegri, l’allenatore, sta esplorando formazioni offensive audaci come il tridente, nonostante la squadra affronti una significativa carenza di terzini affidabili. Questa situazione solleva interrogativi su come la Vecchia Signora possa bilanciare ambizione offensiva e solidità difensiva.
La sfida dei terzini
Al momento, la Juventus non può contare su difensori esterni di fiducia. Mattia De Sciglio è ai margini dopo un lungo infortunio, con poche prospettive di ritorno in forma quest’anno. Timothy Weah e Filip Kostic, nonostante siano opzioni, mostrano limiti difensivi che compromettono l’equilibrio della squadra. Danilo, un tempo terzino, ora è prezioso come difensore centrale, mentre Gatti offre soluzioni sporadiche sulla fascia destra.
Variabilità in attacco
Il reparto offensivo presenta una diversità tattica intrigante. Federico Chiesa e Yildiz offrono caratteristiche contrastanti che Allegri ha cercato di armonizzare. Chiesa, inizialmente provato come seconda punta, non ha pienamente soddisfatto in questo ruolo a causa di infortuni e preferenze posizionali. La presenza di Yildiz ha però offerto nuove dinamiche, soprattutto nel supporto a Vlahovic, suggerendo potenziali sviluppi tattici.
Allegri non si è limitato alla conferma del 3-5-2 come schema di base, ma ha mostrato apertura verso aggiustamenti tattici per rendere la squadra meno prevedibile. L’introduzione di Alcaraz e il recupero di Miretti potrebbero rivelarsi fondamentali nel sostenere un attacco variabile e dinamico, magari con Chiesa e Yildiz in ruoli da mezze punte, arricchendo le opzioni offensive senza trascurare l’equilibrio di squadra.
L’idea di posizionare un trequartista dietro due attaccanti, con Yildiz in posizione privilegiata per supportare sia Chiesa che Vlahovic, illustra la ricerca di Allegri per un gioco che sappia essere sia creativo che equilibrato. La Juventus, quindi, naviga in acque tattiche complesse, con l’allenatore che studia soluzioni innovative per superare le sfide poste da un organico con evidenti limiti difensivi ma ricco di talento offensivo.