Due casi emblematici di strategie di mercato e sfide per la dirigenza del Milan nel gestire gli esuberi e trovare soluzioni ottimali.
La scorsa estate, il Milan ha affrontato situazioni di mercato particolarmente spinose con Divock Origi e Fode Ballo–Touré, due giocatori che hanno messo alla prova la strategia e la pazienza del duo Antonio D’Ottavio e Geoffrey Moncada. Nonostante fosse chiaro da tempo che non avessero un futuro nel club, hanno sorprendentemente declinato più di un’opportunità favorevole, costringendo il Milan a cercare soluzioni alternative e poco vantaggiose.
Il caso Origi: un prestito senza frutti
Origi, dopo essersi trasferito al Nottingham Forrest in prestito gratuito con un’opzione di riscatto fissata a 4,5 milioni di euro e un ingaggio netto di 4 milioni di euro completamente a carico del club inglese, ha deluso le aspettative. La Premier League, teatro dei suoi trionfi con il Liverpool, avrebbe dovuto rappresentare la sua rinascita professionale. Tuttavia, la realtà si è dimostrata ben diversa: 15 presenze e nessun gol segnato. Il ritorno al Milan a luglio è inevitabile, ma il suo futuro sembra essere altrove, con la dirigenza che esplora opzioni a basso costo negli Stati Uniti (MLS) e in Turchia.
Fode Ballo-Touré: una presenza fantasma
Ballo-Touré, d’altra parte, ha avuto una sorte ancora più amara al Fulham, collezionando solamente 5 presenze per un totale di 53 minuti in campo. Il difensore sinistro senegalese, un tempo promessa del calcio, ora sembra avviato verso un trasferimento definitivo, probabilmente nella Ligue 1 francese. La sua valutazione è drasticamente diminuita a seguito di prestazioni sottotono, rendendo ancora più complessa la sua cessione.
Questi due casi rappresentano esempi emblematici delle complessità e delle sfide del mercato calcistico per il Milan. La gestione degli esuberi e la ricerca di soluzioni vantaggiose si rivelano attività sempre più complesse, in un contesto dove ogni mossa può avere ripercussioni significative sul piano finanziario e sportivo del club.