Medico di MSF che cura i bambini a Gaza: “Israele non lascia entrare neppure gli antidolorifici”
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Direttore: Alessandro Plateroti

Medico di MSF che cura i bambini a Gaza: “Israele non lascia entrare neppure gli antidolorifici”

Palazzi distrutti durante la guerra

Emergenza sanitaria a Gaza: la testimonianza di una dottoressa di MSF descrive ospedali sovraffollati e privi di medicinali essenziali.

La situazione sanitaria nella Striscia di Gaza è diventata insostenibile. Gli ospedali, vittime di numerosi attacchi, sono ormai al collasso, privi delle forniture essenziali per curare i pazienti.

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La dottoressa Amy Kit-Mei Low, responsabile medico di MSF, descrive un quadro desolante: “Qui il sistema sanitario è ormai al collasso per la carenza di forniture mediche e di operatori in grado di fornire assistenza alle persone vulnerabili e ferite“.

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La situazione drammatica negli ospedali a Gaza

La dottoressa Amy, come raccontato da Fanpage.it, è arrivata nella Striscia di Gaza circa un mese fa e lavora incessantemente nel reparto di pediatria dell’ospedale Nasser di Khan Younis.

La situazione è critica: “Il tasso di occupazione dei letti nelle stanze di degenza è costantemente aumentato durante la mia permanenza. La prima settimana era del 202%, poi è salito al 312%. Questo significa che non c’è abbastanza spazio per curare tutte le persone che ne hanno bisogno“.

La dottoressa Amy racconta un episodio particolarmente toccante avvenuto il 22 luglio, quando un bombardamento israeliano ha causato molte vittime civili.

Una bambina di 5 anni è arrivata da noi in condizioni molto difficili. I miei colleghi sono riusciti a metterle un tubo toracico nel polmone per drenare il liquido e far espandere di nuovo l’organo. Così a un certo punto è arrivata anche la madre della bimba. Non so se le sue fossero grida di terrore o di sollievo nel sapere che sua figlia era ancora viva (…) Non lo dimenticherò mai“, racconta.

La carenza dei medicinali

Le difficoltà operative nei centri medici sono aggravate dalla mancanza di materiali essenziali. Infatti, alcune tipologia di strumenti sono disponibili, altri no.

Come ad esempio: “Ce ne sono molte che non entrano, come medicine, guanti, saponi, detergenti, pezzi di ricambio per attrezzature biomediche“, spiega la dottoressa Amy.

Persino l’ossigeno è limitato: dei cinque serbatoi disponibili al Nasser Hospital prima della guerra, oggi ne funziona solo uno. “Abbiamo bisogno di spazio, abbiamo bisogno di letti, abbiamo bisogno di attrezzature per curare i pazienti“.

Le forniture di medicinali di stretta necessità sono ormai inesistenti. “Scarseggiano antibiotici e antidolorifici, medicinali indispensabili per il funzionamento dell’ospedale e per garantire che si possano eseguire interventi chirurgici in condizioni adeguate“, continua la dottoressa.

La situazione sembra peggiorare di giorno in giorno, con la crescente difficoltà di reperire ciò che è necessario per le cure quotidiane.

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ultimo aggiornamento: 27 Luglio 2024 11:44

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