I genitori di Yara Gambirasio denunciano Netflix per l’uso non autorizzato di audio privati nella docuserie.
La recente docuserie di Netflix, “Il Caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio“, ha riacceso i riflettori su uno dei casi di cronaca più discussi in Italia, quello dell’omicidio della giovane Yara Gambirasio.
La produzione, tuttavia, non ha suscitato solo interesse mediatico ma anche forti polemiche da parte della famiglia della vittima.
In particolare, i genitori della giovane si sono sentiti profondamente offesi dall’uso non autorizzato di intercettazioni audio private all’interno della serie.
Le azioni legali della famiglia di Yara Gambirasio
Gli audio in questione, inviati da Maura Panarese al telefono della figlia nelle ore immediatamente successive alla scomparsa di Yara Gambirasio, sono stati inclusi nella docuserie. Ciò senza alcuna previa autorizzazione da parte dei familiari.
La famiglia, come riportato da Leggo, ha espresso – mediante i suoi legali – indignazione per quella che definiscono: “Un’incursione nella loro vita privata“.
La famiglia della giovane ha deciso di reagire a quello che considerano un abuso, incaricando i propri legali di presentare un esposto al garante della Privacy.
Secondo quanto dichiarato dagli avvocati: “C’è stata un’incursione nella vita di questi genitori senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere alcuna autorizzazione“.
Questo atto è stato considerato come una violazione del loro diritto alla riservatezza. Questo poiché gli audio utilizzati non erano mai stati resi pubblici né inseriti negli atti ufficiali del processo contro Massimo Bossetti.
Come nasce la serie su Netflix
Per la realizzazione della docuserie, la produzione ha esaminato una mole imponente di documenti, video, immagini e audio.
Si tratta di un lavoro iniziato nel 2017, come riportato da Fanpage.it, che ha portato alla creazione di un racconto dettagliato e ricco di testimonianze. Tra cui quelle dello stesso Massimo Bossetti, della moglie Marita Comi e degli avvocati della difesa.
Tuttavia, è proprio questa meticolosità che ha portato alla controversia, con l’inclusione di elementi che la famiglia Yara Gambirasio considera superflui e dannosi.