Oltre 80 pagine di memoriale per Filippo Turetta che in carcere ha scritto e raccontato alcuni dettagli inediti legati all’omicidio Giulia Cecchettin.
Presente in aula alla seconda udienza della Corte d’Assise di Venezia per il caso dell’omicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta è tornato a parlare raccontato quella che sarebbe tutta la verità dietro al delitto della povera ragazza. Ma non solo. Dal carcere, il giovane avrebbe scritto oltre 80 pagine di memoriale nelle quali avrebbe raccontato ulteriori dettagli sul suo rapporto con la vita e con la compianta Giulia.
Il memoriale di Filippo Turetta: le 20 mila foto di Giulia Cecchettin
“Io ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme”, ha scritto Turetta nel suo memoriale come riportato dal Corriere della Sera e Repubblica. “Mi piaceva farlo ed era un’abitudine. Ci saranno almeno tra le 15 mila e le 20 mila foto nella galleria del mio cellulare”.
Dal racconto di Turetta, la Cecchettin “non era preoccupata o infastidita da questo”. L’abitudine di immortalare la ragazza sarebbe stata ripetuta anche nelle ore precedenti al delitto, sabato 11 novembre: “Ho scattato diverse foto a noi o solo a Lei ma non c’è niente di strano in questo”.
La vita in solitudine
Nel memoriale, sempre in base a quanto riportato dal Corriere, Turetta avrebbe scritto anche che “Lei è stata la mia prima e sola ragazza”. Ma non solo. Il giovane avrebbe anche parlato di sé e della sua vita: “Non ho molti ricordi della mia vita e non mi sento di avere tanto da dire. Ho sempre avuto pochi amici ed è la cosa che spesso mi dispiaceva di più”.
Turetta si sarebbe anche definito “timido” e avrebbe anche ammesso di sentirsi spesso “solo e questa solitudine mi pesava, vedevo tanti invece per cui non era così e che avevano dei bei gruppi di amici e/o erano fidanzati. Io ero un po’ invidioso di questo perché avrei desiderato almeno uno dei due ma niente […]. Mi sono sempre sentito molto sfigato”.