Wolfgang Abel, condannato per 15 omicidi tra il 1977 e il 1984, è deceduto a 65 anni: la sua vita segnata da crimine e violenza.
È morto a 65 anni Wolfgang Abel, noto per essere stato condannato per 15 omicidi avvenuti tra il 1977 e il 1984, firmati con la sigla neonazista Ludwig e commessi tra Veneto, Lombardia e Baviera. La sua storia è un racconto di violenza che ha segnato profondamente la cronaca italiana.
Wolfgang Abel è morto
Nato a Monaco di Baviera nel 1959, Abel era stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Borgo Trento a Verona nel settembre 2021, dopo essere stato colto da un malore.
Era stato trovato nella sua abitazione di Monte Rico di Arbizzano, nel comune di Negrar, dalla badante della madre. A causa di una caduta, aveva subito un trauma cranico, finendo in coma. Il suo decesso è avvenuto alcuni giorni fa nella sezione di stati vegetativi dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dove era ricoverato senza mai riprendere conoscenza.
La vicenda giudiziaria di Wolfgang Abel e del complice Marco Furlan ha avuto inizio la sera del 3 marzo 1984, durante una festa di carnevale alla discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova.
Circa 400 ragazzi, per lo più mascherati, si trovavano nel locale quando i due killer, travestiti, hanno tentato di appiccare un incendio utilizzando taniche di benzina.
Fortunatamente, la moquette della discoteca, conforme a normative antincendio, ha rallentato la propagazione del fuoco, permettendo l’intervento di un addetto alla sicurezza.
Dopo il tentativo di incendio, Abel e Furlan hanno tentato di fuggire, ma sono stati bloccati e arrestati dalla polizia, salvandosi da un linciaggio da parte degli avventori.
La serie di crimini ha portato a 15 morti e 41 feriti, aprendo un lungo processo che ha segnato un capitolo buio della cronaca italiana. Nella tragica catena di delitti si conta anche quello del 26 febbraio 1983, quando i due uccisero a Trento padre Armando Bison, sacerdote dei padri Venturini di Trento, che fu trovato con un punteruolo piantato nel cranio con attaccato un crocifisso.
Il processo e la condanna
Il 10 febbraio 1987, i due sono stati condannati a trent’anni di carcere, mentre il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo. Entrambi hanno ricevuto il riconoscimento di seminfermità mentale.
Nel 2009, la pena di Wolfgang Abel è stata commutata in arresti domiciliari, scontati nella casa di famiglia in Valpolicella.
Negli ultimi anni, Abel aveva espresso la volontà di fornire ulteriori dichiarazioni sulla sua esperienza criminale, ma i dettagli rimangono avvolti nel mistero.