Alfonso Colucci si scaglia contro il governo di Giorgia Meloni e la questione dei migranti in Albania: ecco cosa dovrebbe fare la premier.
I giudici del tribunale di Roma hanno deciso di sospendere il giudizio riguardante il trattenimento di sette migranti, che erano stati trasportati dalla Marina Militare nei centri di accoglienza in Albania. Cosa dovrebbe fare la premier Meloni per uscire dal vicolo cieco in cui sembra essere finito il progetto? A tal proposito è intervenuto Alfonso Colucci con una richiesta ben precisa.
Migranti in Albania: Colucci contro Giorgia Meloni
La spinosa questione è stata rinviata alla Corte di Giustizia Europea per una decisione finale, dopo che la sentenza della Corte Ue del 4 ottobre 2024 ha stabilito che la procedura accelerata di frontiera non può essere applicata ai Paesi che non sono considerati completamente sicuri, come l’Albania.
Il deputato del M5S, Alfonso Colucci, ha visitato i centri albanesi dove si trovavano i migranti, e ha commentato la decisione del tribunale di Roma, definendola “una scelta dovuta”.
Secondo Colucci, la magistratura è obbligata a rispettare la normativa europea e non può applicare leggi italiane che contrastano con la normativa comunitaria. “I giudici hanno l’obbligo di non applicare la normativa italiana se questa è in contrasto con quella europea”, ha dichiarato a Fanpage.it.
Cosa ha trovato Colucci durante la visita in Albania
Colucci ha descritto le strutture come “assimilabili a penitenziari”, con ampie barriere e cancelli che delimitano le aree di accesso. Durante il suo incontro con i migranti, molti di loro hanno raccontato le loro difficili storie di viaggio.
Un migrante egiziano ha parlato di un viaggio durato un anno e mezzo, durante il quale ha dovuto lavorare in Libia per finanziare la sua fuga, prima di affrontare la traversata in mare.
Molti migranti non erano stati informati del fatto che sarebbero stati trasferiti in Albania invece che in Italia. Uno di loro ha dichiarato che, alla notizia del dirottamento in Albania, avrebbe preferito morire in mare piuttosto che finire in un altro Paese.
Colucci ha sottolineato che questi migranti non vedono la migrazione come una scelta, ma come una necessità di sfuggire alla morte e alle persecuzioni.
Oltre ai dubbi legali e umanitari, il progetto sta suscitando preoccupazioni anche per l’alto costo economico. Durante la sua visita, Colucci ha osservato che centinaia di operatori erano impiegati per gestire le strutture, ma solo sette migranti erano effettivamente presenti. Il costo di gestione di questi centri, tra cui trasporti e permanenza del personale, è stato giudicato dallo stesso deputato un inutile spreco di fondi pubblici.
La posizione del governo Meloni
Nonostante il chiarimento giuridico da parte della Corte di Giustizia Europea, il governo Meloni continua a sostenere l’applicazione del decreto sui Paesi sicuri, creando uno scontro diretto con la magistratura.
Secondo Colucci, l’esecutivo dovrebbe assumersi la responsabilità per i costi e i danni causati, e chiedere scusa agli italiani per l’errore: “Io ho presentato un esposto alla Corte dei conti per danno erariale, perché con un quadro giuridico è così chiaro e uniforme ,queste attività non avrebbero dovuto essere intraprese”.
Colucci svela anche cosa dovrebbe fare la Meloni: “Pensiamo pure all’esborso per la navigazione della Libra, una nave di ottanta metri con ottanta unità di personale, che si è mossa per soli sette migranti. E che ora ora deve anche portare in Italia queste persone. Io credo che le autorità contabili dovrebbero intervenire a difesa del bilancio, delle tasse dei nostri cittadini. E che Meloni dovrebbe chiedere scusa agli italiani”.