Andare a mangiare in pizzeria è un vero e proprio must, per gli italiani, certamente, ma anche per i tanti turisti che raggiungono il nostro Paese dall’estero.
La pizza è una specialità gastronomica che non ha certo bisogno di presentazioni, essendo un vero e proprio simbolo di italianità e, al contempo, un alimento che incontra i gusti di tantissime persone, e il pasto consumato in pizzeria è un’icona di convivialità, un modo piacevole per festeggiare qualsiasi tipo di ricorrenza e un’ottima “scusa” per passare un po’ di tempo con gli amici, con i parenti o con il proprio partner.
Ma quanto si spende, in media, in pizzeria? In quest’articolo lo scopriremo, e andremo anche a svelare quali sono le province italiane più economiche e quelle più care.
Le pizzerie, un prezioso motore per l’economia nazionale
Ancor prima di entrare nel dettaglio, è utile sottolineare che le attività di pizzeria rappresentano una realtà di assoluta importanza per l’economia nazionale.
Secondo uno studio recente ed autorevole, ovvero la Guida HoReCa Italia di Cga by Nielsen Iq, in Italia sono attualmente attive ben 34.406 pizzerie.
È interessante sottolineare che, secondo il medesimo studio, il 27% di queste aziende si trova nelle grandi città, mentre il 73% in località periferiche, segno evidente del fatto che la pizzeria si presta in maniera ottimale ad essere una classica attività “di prossimità”, che per operare con successo non deve necessariamente poter contare su un potenziale bacino di utenti molto elevato.
La presenza di pizzerie, inoltre, risulta essere particolarmente elevata a Sud, basti pensare che le regioni Campania, Puglia, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia abbracciano complessivamente il 34% delle imprese attive sul territorio nazionale.
Se ci si sofferma sull’aspetto economico, ovviamente, bisogna considerare anche tutto l’indotto, dunque le aziende che vendono strumentazioni professionali per pizzerie, ormai molto evolute anche a livello di commercio elettronico, si pensi ad esempio ad allforfood.com, le aziende che forniscono arredi di tipo non tecnico, come quelli destinati alle sale, i servizi di delivery, a cui le pizzerie si affidano da sempre in maniera massiva, e molte altre tipologie di imprese.
La rilevanza economica di questo particolare settore della ristorazione, dunque, è fuori discussione.
La spesa media a livello nazionale
Per scoprire quanto si spende, in media, per mangiare in pizzeria, e quali sono le province italiane più economiche e quelle più care, è possibile far riferimento ad un altro studio autorevole, ovvero il Rapporto Annuale della Ristorazione 2024 curato da FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
Per mangiare in pizzeria si spendono in media, in Italia, circa 11 euro a persona, ed è utile sottolineare che questa spesa fa riferimento al pasto medio, composto da una pizza e una bevanda.
La pizzeria, dunque, conferma di essere una scelta assolutamente low cost, uno dei grandi punti di forza della pizza, d’altronde, è da sempre quello di essere una pietanza assai gustosa pur avendo dei prezzi del tutto accessibili.
Le province italiane più economiche e quelle più care
Le differenze di prezzo a carattere geografico non sono trascurabili: tra le province più care e quelle più economiche, infatti, si registrano divari superiori a 6 euro per singolo pasto.
La palma di provincia più economica d’Italia per chi consuma un pasto in pizzeria va a Pescara: nella città abruzzese, infatti, per una pizza ed una bevanda si spendono in media 8,77 euro.
A completare il “podio” delle province più economiche d’Italia vi sono Reggio Calabria, con una media di 8,85 euro a pasto, e Vercelli, con 8,96 euro.
Andando ad osservare la parte opposta della classifica, la provincia più cara per chi va a mangiare in pizzeria è risultata essere Macerata, dove la spesa per una pizza ed una bevanda ammonta in media a 15 euro; seguono Sassari, con 13,41 euro, e Varese con 13,39.
È curioso notare come la provincia più cara, ovvero appunto Macerata, e quella più economica, Pescara, siano geograficamente molto vicine, distando tra loro meno di 150 Km.