Pensioni 2025, come i nuovi coefficienti di trasformazione rederanno gli assegni più bassi: ecco chi sarà maggiormente colpito.
Dal 1 gennaio 2025, i cittadini italiani dovranno fare i conti con pensioni mensili più bassi rispetto a quello di chi ha lasciato il lavoro negli anni precedenti. Il motivo?
Principalmente, come riportato da Fanpage, è legato all’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione. Un meccanismo regolato dalla legge che adegua gli importi pensionistici alle variazioni dell’aspettativa di vita.
Con l’aspettativa di vita in crescita, chi va in pensione si trova a ricevere assegni spalmati su un periodo più lungo, ma con importi inferiori per mantenere l’equilibrio del sistema contributivo.
Come funzionano i coefficienti di trasformazione
I coefficienti di trasformazione sono stati introdotti con la riforma Dini del 1996 e successivamente modificati dalla riforma Fornero del 2011. Questi parametri determinano il calcolo degli assegni pensionistici nel sistema contributivo.
Il montante contributivo accumulato durante la carriera lavorativa viene moltiplicato per un coefficiente che varia in base all’età di pensionamento. In generale, chi si ritira dal lavoro in età più avanzata beneficia di coefficienti più alti e quindi di pensioni maggiori.
Questo perché i contributi accumulati devono essere distribuiti su un periodo di tempo minore, in linea con una minore aspettativa di vita residua. Al contrario, chi opta per un pensionamento anticipato o a un’età più giovane si trova a fronteggiare importi ridotti.
Dal 2025, i nuovi coefficienti aggiornati comporteranno una riduzione degli assegni mensili rispetto al biennio precedente. Per esempio, un lavoratore con 400mila euro di contributi accumulati, andando in pensione a 67 anni, riceverà nel 2025 circa 460 euro in meno all’anno rispetto a chi lascia il lavoro nel 2024.
Chi paga il prezzo della revisione delle pensioni nel 2025
A essere penalizzati sono i nuovi pensionati, ovvero coloro che lasceranno il lavoro a partire dal 1 gennaio 2025. Questo aggiornamento non impatta invece gli assegni già erogati.
La revisione biennale dei coefficienti è una misura necessaria per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, ma suscita perplessità tra i lavoratori vicini alla pensione.
La recente fluttuazione dell’aspettativa di vita, influenzata anche dagli eventi della pandemia, ha reso particolarmente evidente l’importanza di questi aggiornamenti.