Un nuovo studio documenta i danni della proteina Spike del Covid-19 con effetti a lungo termine nel cervello attraverso immagini 3D.
La pandemia di Covid-19 continua a lasciare tracce. Un recente studio pubblicato su Cell Host & Microbe ha fatto luce su come il virus Sars-CoV-2 e, in particolare, la sua proteina Spike possano persistere nell’organismo per anni, causando sequele neurologiche.
Questo fenomeno, immortalato per la prima volta in immagini tridimensionali, aiuta a spiegare i misteriosi sintomi del Long Covid che affliggono molti pazienti.
Covid-19: il “film” che svela i danni persistenti della proteina Spike
Le immagini – come riportato da Adnkronos.com – presentate nello studio rappresentano una vera e propria rivoluzione nella comprensione degli effetti del Covid-19 sul cervello.
Con l’ausilio di tecniche avanzate di ricostruzione tridimensionale, i ricercatori hanno potuto “girare un film” dell’infiltrazione del virus negli organi.
“Per scoprire tutti i tessuti presi di mira dal Sars-CoV-2 abbiamo mappato quelli colpiti dalla proteina Spike di questo coronavirus rispetto alle proteine Ha cranio“, ha spiegato Ali Ertürk, uno degli autori dello studio.
Questi accumuli sono stati riscontrati anche in pazienti deceduti. Rivelando come la Spike persista a lungo anche quando il virus non è più rilevabile attraverso test tradizionali come la PCR.
Le immagini hanno evidenziato inoltre cambiamenti vascolari e infiammatori nel cervello, associati a danni neuronali.
Nel modello murino, è stato dimostrato che la sola presenza della proteina Spike può indurre alterazioni patologiche e comportamentali, sottolineando la sua pericolosità anche al di là dell’infezione acuta.
Our new study shows that SARS-CoV-2 spike protein accumulates & persists in the body for years after infection, especially in the skull-meninges-brain axis, potentially driving long COVID. mRNA vaccines help but cannot stop it🔬🧠🦠🧵👇@cellhostmicrobe https://t.co/IEGx7HIrXf pic.twitter.com/3zbQZlNMIG
— Ali Max Erturk (@erturklab) November 29, 2024
I vaccini e la protezione parziale
Un altro aspetto chiave dello studio riguarda l’efficacia dei vaccini nel ridurre l’accumulo della proteina Spike. Nei topi vaccinati con il vaccino a mRNA di Pfizer-BioNTech, si è osservata una riduzione significativa degli accumuli di Spike, sebbene non una completa eliminazione.
“La vaccinazione può ridurre significativamente gli effetti a lungo termine del virus sul sistema nervoso, fornendo un supporto per ridurre il rischio di sequele“, sottolineano gli autori.
Tuttavia, l’accumulo residuo di Spike in alcuni individui vaccinati potrebbe spiegare la persistenza di sintomi neurologici.