Cresce l’allarme aviaria. Dopo un altro caso umano, ecco arrivare la dichiarazione dello stato di emergenza. L’annuncio in California.
Massima attenzione per l’allarme aviaria. In queste ore è giunta la notizia che il governatore dem della California, Gavin Newsom, ha dichiarato lo stato di emergenza per l’influenza tra i bovini da latte, un netto riconoscimento della crescente gravità della diffusione del contagio. L’annuncio è arrivato dopo la notizia che un individuo in Louisiana è stato ricoverato in ospedale per il primo caso grave nell’uomo di tale patologia negli Stati Uniti.
Aviaria, dichiarato lo stato di emergenza in California
Un anziano paziente della Louisiana è in “condizioni critiche” per una grave forma di influenza aviaria. A renderlo noto sono state le autorità statunitensi. Si tratta del primo caso umano grave nel Paese mentre cresce il timore di una possibile pandemia di influenza. Il nuovo paziente porta a 61 il numero totale di infezioni negli Stati Uniti durante l’attuale epidemia del 2024, mentre altri individui hanno manifestato sintomi lievi dai quali sono guariti a casa.
In questo senso è da leggere l’annuncio fatto dal Governatore della California, Gavin Newsom, che ha dichiarato lo stato di emergenza per l’influenza tra i bovini da latte.
La situazione
“Questa proclamazione è un’azione mirata per garantire che le agenzie governative abbiano le risorse e la flessibilità di cui hanno bisogno per rispondere rapidamente a questa epidemia“, ha spiegato Newsom come riportato dai principali media statunitensi. “Sebbene il rischio per la popolazione rimanga basso, continueremo ad adottare tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione di questo virus”, ha aggiunto il governatore della California.
Parlando di numeri, va detto, la California non è stata tra i primi Stati a rilevare il virus dell’influenza aviaria, H5N1, nei bovini da latte. Ma dalla prima identificazione di una mandria infetta a fine agosto, il dipartimento dell’agricoltura dello stato ha trovato il virus in 645 in aziende lattiero-casearie, circa la metà delle quali solo nell’ultimo mese.