Giuseppe Cruciani ha scatenato polemiche con le sue dichiarazioni su Roma, la cultura woke e la politica italiana: ecco cosa ha detto.
Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara, ha scatenato un acceso dibattito nell’ultima puntata del programma, commentando con toni duri alcune vicende d’attualità. In particolare, ha lanciato forti critiche contro il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per la decisione di escludere il cantante Tony Effe dal concerto di Capodanno.
Cruciani difende Tony Effe dopo la censura
Cruciani non ha usato mezzi termini, definendo la situazione una “figura di mer**” e accusando Gualtieri di cedere alle pressioni di alcune femministe.
“Per correre dietro a quattro femministe della minchi* che dicono ‘Oddio, oddio, Tony Effe!’” ha affermato Cruciani, suggerendo che il sindaco avrebbe dovuto prendere una posizione più ferma.
Il conduttore ha poi attaccato la cosiddetta “cultura woke”, accusandola di esagerare la questione del sessismo e delle offese alle donne.
“Avete rotto il caz***”, ha esclamato Cruciani, lamentando che il movimento stia avendo effetti negativi sulla società. Secondo lui, questo tipo di sensibilità sta “ribaltandosi addosso” alla stessa cultura che lo promuove, con conseguenze negative per il dibattito pubblico.
La polemica sulla “fenice trans” di Bologna
Cruciani ha anche sollevato polemiche sulla decisione del sindaco di Bologna di bruciare una “fenice trans” durante i festeggiamenti di Capodanno.
“Ma che bisogno c’è?”, ha esclamato, visibilmente indignato, criticando la scelta come un messaggio poco chiaro e provocatorio. Il conduttore ha esortato a riflettere su quale sia il messaggio che si intende trasmettere con questa iniziativa, definendola priva di senso.
La critica alla proposta di Fratelli d’Italia sui negozi festivi
Infine, Cruciani ha espresso il suo disappunto anche verso una proposta avanzata da Fratelli d’Italia riguardo la chiusura dei negozi nei giorni festivi.
Secondo Cruciani, una simile misura sarebbe “una follia assoluta” e rischierebbe di compromettere l’occupazione. Ha aggiunto che i negozi dovrebbero avere la libertà di aprire quando vogliono, sostenendo una “totale liberalizzazione degli orari”.