Come vive in carcere Alessia Pifferi: il racconto dell'ex direttore
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Direttore: Alessandro Plateroti

Come vive in carcere Alessia Pifferi: il racconto dell’ex direttore

donna in manette in carcere

Il caso Alessia Pifferi: l’ex direttore di San Vittore racconta le difficoltà della detenuta condannata all’ergastolo.

Il processo d’appello per Alessia Pifferi, condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della figlia di 18 mesi, si è aperto con un malore dell’imputata. Sembrerebbe che la vita in carcere si sia rivelata estremamente complessa, segnata da episodi di tensione e isolamento.

A raccontare la sua gestione in cella – come riportato da Agi – è Giacinto Siciliano, ex direttore del carcere di San Vittore e attuale provveditore del Lazio, il cui verbale è stato depositato nell’indagine chiusa dalla Procura di Milano.

mani donna dietro le sbarre

La “difficile” vita in carcere di Alessia Pifferi

Alessia Pifferi, fin dal suo ingresso in carcere, ha mostrato difficoltà nel rapportarsi con le altre detenute. Giacinto Siciliano ha sottolineato come la donna fosse particolarmente influenzabile: “Ricordo che una volta mi avevano detto che ogni volta che parlava con una detenuta chiedeva di cambiare avvocato perché chiedeva di nominare l’avvocato che le aveva indicato la detenuta con cui aveva parlato“.

Secondo quanto riportato dall’ex direttore, la donna è stata anche vittima di episodi di aggressione da parte di altre detenute. “Nel caso della Pifferi c’erano sicuramente delle difficoltà relazionali forti con le altre detenute (…) C’è stato un episodio, forse uno o più episodi, in cui lei era anche stata aggredita da altre detenute“, ha dichiarato.

Per quanto riguarda il rischio suicidio, inizialmente è stata osservata con particolare attenzione, sebbene non vi fosse un pericolo attuale. Tuttavia, il reato per cui è stata condannata rappresenta, secondo l’ex direttore, un fattore di rischio che necessita di monitoraggio costante: “Non sai mai cosa può esserci dietro a questo reato“.

Il quoziente intellettivo e la mancata valutazione sanitaria

Uno degli aspetti più controversi della vicenda riguarda le condizioni cognitive della detenuta. Alessia Pifferi presenta, secondo gli atti, un quoziente intellettivo pari a 40. Nonostante questo, non è stato predisposto un trasferimento in una struttura per persone con disabilità cognitive. Una decisione che, secondo Siciliano, rientra nelle competenze esclusive della sanità carceraria: “La problematica sanitaria è di competenza esclusivamente sanitaria. Questa proposta è una decisione che avrebbe dovuto assumere la sanità“.

L’ex direttore ha inoltre chiarito di non aver mai avuto accesso al diario clinico della donna, spiegando che la gestione del suo stato di salute mentale era interamente affidata agli specialisti. “Il diario terapeutico lo decide lo specialista, quindi da questo punto di vista non c’è nessuna competenza“.

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ultimo aggiornamento: 2 Febbraio 2025 11:54

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