Assegno di invalidità 2025, arriva la svolta dell'Inps: cosa potrai fare in 5 anni
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Direttore: Alessandro Plateroti

Assegno di invalidità 2025, arriva la svolta dell’Inps: cosa potrai fare in 5 anni

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Novità Inps sull’assegno di invalidità 2025, è cambiato il calcolo dei contributi nei primi cinque anni. Ecco come.

Dopo il boom nel 2024 per il Mezzogiorno, delle importanti novità stanno per rivoluzionare il sistema dell’assegno ordinario di invalidità nel 2025. L’Inps ha introdotto nuovi criteri che consentiranno ai lavoratori di valorizzare al meglio i contributi maturati nel corso della carriera.

Un cambiamento che mira a garantire maggiore equità e flessibilità per chi ha avuto percorsi lavorativi discontinui o periodi come lavoratore autonomo. Ecco come.

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Quali sono le prospettive per il futuro

Le nuove disposizioni non riguardano solo l’assegno di invalidità, come riportato da Economiafinanzaonline.it, ma avranno conseguenze anche sulla pensione indiretta. In questo modo, il sistema previdenziale si avvia verso un modello più inclusivo, capace di adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro.

Tuttavia, il punto centrale della riforma è la possibilità, per chi percepisce l’assegno di invalidità, di maturare ulteriori contributi nei primi cinque anni dalla concessione del beneficio. Questo significa che – anche in caso di invalidità riconosciuta – il lavoratore avrà l’opportunità di incrementare il proprio montante contributivo, con possibili vantaggi futuri sul piano pensionistico.

L’assegno di invalidità: requisiti e nuove agevolazioni

L’assegno ordinario di invalidità, come aggiunto da Economiafinanzaonline.it, è una misura che può essere richiesta da chi ha almeno cinque anni di assicurazione e contributi, di cui almeno tre maturati nel quinquennio precedente alla domanda. Tuttavia, la circolare INPS n. 246 del 22 gennaio 2025 introduce un’importante novità. Quale?

La possibilità di considerare in maniera più ampia e flessibile i contributi versati, anche se provenienti da gestioni previdenziali diverse. Questo è stato reso possibile grazie a un parere del Ministero del Lavoro, secondo cui bisogna garantire “(…) bisogna consentire la più ampia possibilità di valorizzazione delle diverse posizioni assicurative maturate nel corso della carriera professionale da realizzare attraverso il computo unitario della complessiva contribuzione accreditata nelle gestioni esaminate“.

Questa modifica avrà un impatto significativo soprattutto per quei lavoratori che non hanno avuto una carriera lineare, alternando periodi di lavoro dipendente e autonomo. Spesso, infatti, chi ha aperto una partita IVA per un breve periodo o ha cambiato tipologia di contratto si è trovato in difficoltà nel raggiungere i requisiti richiesti.

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ultimo aggiornamento: 3 Febbraio 2025 15:15

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