Stéphane Picq è morto: addio al re delle musiche per videogiochi
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Direttore: Alessandro Plateroti

Addio al gigante delle colonne sonore per videogiochi: musica in lutto, aveva 59 anni

bara durante un funerale

Un maestro della musica videoludica ci ha lasciati: addio a Stéphane Picq, ecco cosa lo ha spinto ad abbandonare l’industria.

Il mondo della musica per videogiochi piange la scomparsa di Stéphane Picq, compositore francese celebre per le colonne sonore di classici come Dune, Lost Eden e MegaRace. Picq si è spento all’età di 59 anni dopo una lunga malattia.

rosa bianca, candele, lutto

Stéphane Picq è morto: addio al maestro delle colonne sonore per videogiochi

La notizia della sua scomparsa è stata diffusa inizialmente dalla pagina Facebook del locale La Vahinée, un luogo a lui molto caro. 

Nel messaggio condiviso, si legge: “È con grande tristezza che abbiamo appreso della scomparsa di Stéphane. Un habitué, un amico, un membro della famiglia. Era una di quelle persone che lasciano il segno, per la loro autenticità, la loro franchezza e tutti quei momenti condivisi che rimarranno impressi nei nostri cuori. Mi si spezza il cuore di sapere che non lo vedremo più qui, non sarà più lo stesso senza di lui”.

La carriera di Stéphane Picq e il successo di Dune

La carriera di Stéphane Picq ebbe inizio nel 1987, quando iniziò a collaborare con gli studi francesi ERE Informatique / Exxos e Cryo Interactive. Il suo nome è legato soprattutto alla colonna sonora di Dune, uno dei videogiochi più apprezzati dell’epoca, tratto dall’omonimo film di David Lynch e ispirato alla saga letteraria di Frank Herbert.

Oltre a Dune, Picq ha firmato le musiche di altri titoli storici come Purple Saturn Day, MegaRace, KGB, Lost Eden, Dragon Lore, Extase, Commander Blood e Atlantis: The Lost Tales. Nel 2023 aveva riacquisito i diritti della colonna sonora di Dune, pubblicandone una nuova edizione a distanza di trent’anni dall’uscita originale.

L’addio all’industria videoludica e la vita in Madagascar

Nonostante il successo, nel 1998 Stéphane Picq decise di ritirarsi dall’industria videoludica, trasferendosi in Madagascar, dove aprì uno studio di registrazione.

In un’intervista del 2020 spiegò i motivi del suo ritiro: “Eravamo liberi, ben pagati, riuscivamo a fare miracoli con macchine 10.000 volte meno potenti di uno smartphone di oggi. Eravamo entusiasti e motivati, fino a quando nella nostra quotidianità sono arrivati gli uomini in giacca e cravatta, che inneggiavano al massimo profitto a tutti i costi, mettendo quasi tutti nella posizione di semplici ‘lavoratori’, con stipendi molto allettanti, ma senza più guadagni sulle vendite e, soprattutto, con molta meno libertà creativa”.

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ultimo aggiornamento: 4 Febbraio 2025 16:08

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