Lanciata la Piattaforma Nazionale di Telemedicina: un progetto per uniformare l’assistenza sanitaria digitale in Italia.
Negli ultimi anni, il concetto di telemedicina ha guadagnato sempre più spazio nel dibattito sulla modernizzazione della sanità italiana. La possibilità di ricevere assistenza medica da remoto non è più un’utopia, ma una realtà sempre più concreta, soprattutto grazie agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
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Un passo avanti per superare le disuguaglianze
L’obiettivo è chiaro: rendere le cure accessibili anche a distanza, superando le barriere geografiche e potenziando la sanità territoriale.
Tuttavia, fino ad oggi, l’erogazione dei servizi di telemedicina è stata disomogenea, con significative differenze tra le regioni. Alcune aree hanno sperimentato progetti avanzati, mentre altre sono rimaste indietro per mancanza di infrastrutture digitali e fondi adeguati. La sfida era quindi creare un sistema nazionale che garantisse standard comuni e un accesso equo ai servizi digitali per tutti i cittadini.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato come la telemedicina non sia solo un’opportunità di innovazione, ma anche uno strumento per ridurre il divario tra le diverse aree del Paese. La mancanza di specialisti in alcune regioni e la difficoltà di accesso alle cure per le fasce più deboli della popolazione hanno reso urgente l’adozione di soluzioni digitali.
Tuttavia, l’implementazione della sanità digitale ha incontrato diversi ostacoli, tra cui la necessità di garantire sicurezza informatica e tutela della privacy. L’armonizzazione tra tecnologia e regolamentazione è stata fondamentale per far sì che i dati sanitari dei cittadini venissero gestiti nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Come ha spiegato il direttore generale facente funzione di Agenas, Giulio Siccardi, “Per realizzare la sanità digitale bisogna mettere insieme tre diritti fondamentali: la tutela della salute; il Titolo V della Costituzione e quindi la tutela delle autonomie; infine, la privacy”. Dopo mesi di lavoro, i principali ostacoli tecnici e normativi sono stati superati.
Cos’è e come funziona la Piattaforma Nazionale di Telemedicina
Il 16 gennaio 2024 ha segnato una svolta: l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) ha ufficialmente presentato la Piattaforma Nazionale di Telemedicina. Questo sistema rappresenta l’infrastruttura tecnologica che consentirà l’erogazione uniforme dei servizi di telemedicina in tutta Italia.
Il progetto è stato sviluppato attraverso un partenariato pubblico-privato, con la società PNT Italia (composta da Engineering Ingegneria Informatica e Almaviva) incaricata della progettazione e gestione. La piattaforma si articola in:
- Un’Infrastruttura Nazionale, che garantirà la standardizzazione dei servizi su tutto il territorio.
- 21 Infrastrutture Regionali di Telemedicina, che permetteranno alle singole Regioni di adattare il servizio alle proprie esigenze.
Grazie a due bandi del valore di 550 milioni di euro, sono state fornite le risorse necessarie per l’acquisto di infrastrutture e dispositivi, distribuendo 90.000 postazioni tra ospedali, farmacie rurali, studi medici e case della comunità. La previsione è che entro fine 2025 saranno 300.000 i pazienti coinvolti, con un ampliamento a 800.000 entro il 2026.
Uno degli ultimi ostacoli da superare è stato quello della privacy. Il via libera definitivo è arrivato il 16 gennaio 2024, quando il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato lo schema di decreto per il trattamento dei dati personali all’interno della piattaforma.
Ora il progetto entra nella fase operativa, con tempi serrati per rispettare gli obiettivi prefissati. Come ha dichiarato Marco Mattei, capo di gabinetto del Ministero della Salute, “Saremo in grado di rispettare i tempi? Stiamo andando spediti”. Come riportato da tg24.sky.it