Il delitto di Garlasco con l’uccisione di Chiara Poggi è tornato ad essere argomento scottante con la decisione della Cedu su Alberto Stasi.
Il caso legato al delitto di Garlasco dove è stata uccisa Chiara Poggi è tornato ad essere argomento di forte attualità in queste ore dopo l’ultima decisione arrivata su Alberto Stasi, l’uomo che è stato condannato in più gradi per l’assassinio della ragazza avvenuto nell’agosto del 2007. La Poggi era stata rinvenuta in una pozza di sangue e a seguito delle delle indagini, proprio il suo fidanzato, Stasi, era stato messo in carcere con l’accusa di omicidio al netto delle sue dichiarazioni di innocenza. Adesso, Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) potrebbe aver messo fino ad ogni questione legata al delitto.
![testimone al processo in tribunale](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2023/10/SH_testimone_processo_tribunale.jpg)
Delitto di Garlasco: la posizione di Alberto Stasi
La morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia, aveva portato il fidanzato della donna, Alberto Stasi, ad essere incarcerato con l’accusa di omicidio. Stasi, a seguito dei vari gradi di giudizio, al netto delle sue dichiarazioni di innocenza, era stato condannato a 16 anni di reclusione.
A netto della pena inflitta all’uomo, Stasi si è sempre professato innocente cercando in ogni modo di ricorrere a nuovo giudizio. Dallo scorso anno, l’uomo starebbe uscendo regolarmente dal carcere di Bollate per lavorare come contabile nell’ambito dei programmi di riabilitazione dei detenuti e nell’ultimo periodo si era rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo con un ricorso chiedendo di annullare la condanna definitiva di 16 anni. La ragione di tale richiesta, secondo quanto sostenuto dalla difesa dell’uomo, nel secondo giudizio di appello non sarebbero stati sentiti un paio testimoni su alcuni argomenti richiesti dalla sua difesa.
La decisione della Cedu
Adesso, come riportato da Il Giornale e altri media, la Cedu ha preso la sua decisione mettendo, quasi certamente, fine ad ogni possibile futura svolta. Il parere della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è stato netto nel dichiarare irricevibile il ricorso con cui si chiedeva di annullare la condanna definitiva a 16 anni di reclusione presentato da Stasi in relazione al delitto di Garlasco.
Secondo la Cedu, la condanna definitiva si basa “su vari elementi di prova” e le dichiarazioni del teste agli inquirenti “lungi dall’essere decisive per determinare la responsabilità penale dell’interessato, sono semplicemente servite a corroborare tutte le prove a carico”. Soddisfazione da parte degli avvocati della famiglia Poggi che hanno espresso la speranza che questa storia possa essersi conclusa definitivamente.