Dopo le polemiche arbitrali di Empoli-Milan, Pairetto viene fermato per un turno. Intanto, FIGC e IFAB studiano il VAR a chiamata.
Il fine settimana appena trascorso ha acceso nuovamente il dibattito sul mondo arbitrale. Alcune decisioni prese in campo e, soprattutto, l’uso del VAR hanno generato discussioni tra tifosi, dirigenti e addetti ai lavori. Tra i casi più controversi, il presunto fallo di mano di Gatti in Como-Juventus, giudicato regolare dopo revisione, e il mancato rosso a Cacace in Empoli-Milan. Che ha visto il direttore di gara Luca Pairetto non intervenire con la massima sanzione disciplinare.
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Un weekend di polemiche e decisioni contestate
Non sono mancate critiche anche per Torino-Genoa, dove la trattenuta di Sabelli su Sanabria nel finale di gara non è stata sanzionata correttamente da Feliciani e il VAR Di Paolo. Episodi che hanno acceso il confronto su un possibile miglioramento del protocollo VAR. Soprattutto dopo che le spiegazioni fornite a DAZN da Elenito Di Liberatore non hanno convinto tutti.
Pairetto fermato: si pensa al VAR a chiamata
In seguito alle polemiche, il designatore arbitrale ha deciso di fermare Pairetto e Feliciani per un turno, escludendoli dalla 25ª giornata di Serie A. Una decisione che conferma la volontà di garantire maggiore qualità nelle direzioni di gara. Ma che non spegne il dibattito sull’efficacia del VAR e sulla necessità di modificarne l’applicazione.
Ed è proprio in questo contesto che arriva una possibile svolta: il presidente FIGC Gabriele Gravina ha aperto all’introduzione del VAR a chiamata, un’innovazione allo studio dell’IFAB. L’idea sarebbe quella di permettere alle squadre di richiedere la revisione di alcuni episodi, come avviene in altri sport, limitando le interruzioni solo a situazioni decisive: gol, rigori, espulsioni dirette e scambi di identità.
L’obiettivo è rendere il sistema più equo e trasparente, senza spezzettare il gioco. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se il calcio italiano adotterà questa innovazione. Che potrebbe cambiare profondamente il modo in cui le partite vengono arbitrate.